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Lavori in piazza Sant’Antonio a Trieste, in arrivo un doppio cantiere 

Lavori in piazza Sant’Antonio a Trieste, in arrivo un doppio cantiere 

A breve l’ammodernamento dei sottoservizi Acegas, fra aprile e maggio la ripavimentazione nelle vie Paganini e Ponchielli

TRIESTE Dopo una decina d’anni di dibattiti, idee, passi avanti e indietro, piazza Sant’Antonio si avvicina, con estrema gradualità, al suo “aggiornamento”.

Perchè chiamarlo rifacimento o riqualificazione risulta eccessivo, dal momento che l’intervento girerà attorno a una sostanziale riedizione dell’esistente, come fortemente richiesto dal sindaco Dipiazza, intenzionato a evitare zuffe e risse sul ridisegno della piazza (come accadde con Goldoni, Vittorio Veneto, Unità, Libertà/città di Santos).

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I sottoservizi

D’intesa con la collega Elisa Lodi, Michele Babuder, assessore all’Urbanistica, snocciola la sequenza, su cui si cimenteranno Mari & Mazzaroli e Rosso. L’onore della prima trincea spetta ad AcegasApsAmga, che provvederà prossimamente a eseguire un programma di sottoservizi (gas, acqua), dopo che la scorsa estate aveva già realizzato un primo scavo dalle parti della statua dedicata al vescovo Santin. L’utility nordorientale impegnerà via Rossini-Paganini e via Santa Caterina.

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La ripavimentazione

Una volta concluso l’antipasto servito da Acegas, la parola andrà finalmente al progetto comunale di ripavimentazione, redatto da Luca Folin e Elena Ledovini, il cui avvio è previsto a metà primavera, quindi tra aprile e maggio, con presumibile esito tra inverno e primavera 2025. Nove mesi il cronoprogramma. Babuder rimembra, sull’onda di quanto disse lo scorso giugno, che il Municipio ci investe 1 milione, si opererà sui due lati della grande chiesa neoclassica che vanno verso via San Lazzaro, quindi le vie Paganini e Ponchielli. Saranno inserite nuove lastre di arenaria e si cercherà di salvare i masegni sotto l’attuale manto di asfalto. Anche l’inizio di via della Zonta sarà coinvolto nel recupero. A proposito di masegni, niente da fare per via di attingere dal deposito in Porto vecchio, perchè quel “serbatoio” servirà da pietroso tappeto allo stesso Porto vecchio.

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Il lato Canal Grande

Babuder rimanda invece a quando ci saranno i quattrini la seconda parte dell’operazione Sant’Antonio, ovvero quella che riguarderà la porzione direzione Canal Grande, da via Santa Caterina a via San Spiridione, che in un primo tempo sembrava candidata a cominciare il cantiere. Sarà quella più delicata perchè si concentrerà sul centro della piazza, dove c’è la piscina/fontana e dove opera il mercato alimentare. Non solo, in questo settore andrà posizionata l’isola ecologica per la raccolta dei rifiuti urbani, sempre a cura di AcegasApsAmga.

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Spazio urbano vivibile

Bene, senza troppo stress anche Sant’Antonio sarà rubricato tra le cose fatte. L’obiettivo è uno spazio urbano vivibile, rimodulato sull’attuale assetto, evitando colpi di scena progettuali. Durante la giunta Cosolini si era pensato a ripristinare la via d’acqua fino al sagrato della chiesa, come suggerito dal paesaggio urbano fino alla metà degli anni Trenta, quando il Canal grande fu imbonito utilizzando lo sterro di Cittavecchia. Al Sartorio venne allestita una mostra degli spunti progettuali, che avevano l’acqua come riferimento.

Il ritorno di Dipiazza asfaltò quelle velleità e si tornò al contemporaneo. Quattro suggestioni di Maurizio Bradaschia furono referendate da remoto, infine la firma degli uffici comunali sul rappel a l’ordre.

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