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Dalla Mongolia al Friuli, la dottoressa arrivata a Brugnera per studiare l’arte della norcineria

BRUGNERA. Dalla Mongolia a Brugnera per imparare l’antica arte della norcineria. Un viaggio affrontato da chi vive dall’altra parte del mondo: si tratta di Tuya Dolgorjav, 55 anni, laureata in tecnologie alimentari e proveniente da Ulan Bator, capitale mongola, giunta in Italia per svolgere uno stage formativo e studiare l’arte della norcineria friulana e veneta nell’azienda agricola di Stefano Bosa, di Francenigo, con sede operativa a Brugnera.

Un modo di lavorare le carni completamente diverso rispetto a quello al quale è abituata in Mongolia, dove la tradizione è di utilizzare molti conservanti e di cuocere le carni, tipico della cultura russa, che ha contaminato anche il modo di cucinare mongolo. Il metodo di lavorazione completamente diverso ha particolarmente impressionato Tuya, che è venuta a conoscenza della cultura della norcineria italiana grazie ai contatti con Giovanni Parutta, ex atleta azzurro di judo e sumo, un esperto di quelle latitudini grazie ai suoi innumerevoli viaggi in terra mongola. È stato lui ad accompagnarla in Italia durante il periodo di stage.

«La formazione si è svolta nel nuovo e moderno laboratorio dell’azienda agricola di Stefano Bosa che alleva in proprio un piccolo numero di maiali – ha spiegato –. Il titolare di questa azienda a conduzione familiare assieme alla moglie è sempre presente nei mercatini agricoli nel Pordenonese e nel periodo estivo l’azienda si è specializzata nell’elicicoltura, ossia nell’allevamento delle chiocciole per produrre ricercati prodotti impiegati nel settore estetico».

E così Tuya ha potuto partecipare anche al mercato agricolo di Torre, toccando con mano le modalità di vendita e culturali tipiche delle piazze italiane. «Tuya è rimasta molto contenta – ha sottolineato Parutta –. E colpita che in quella azienda non si usino conservanti per produrre salumi, in quanto l’azienda per cui lei lavora in Mongolia utilizza molti conservanti secondo criteri in voga in Russia, dal momento che la tecnologia usata era stata importata in Mongolia dal Paese vicino».

La trasferta italiana potrà avere a breve ulteriori risvolti attraverso la possibilità di esportare i salumi nostrani in terra mongola.

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