I titoli del Tg1 e la propaganda di governo
Ci troviamo sempre più spesso di fronte a titoli clickbait. Quelle esche che ci portano a leggere una “notizia” e renderci conto, solo dopo, che il contenuto di un articolo non conferma quanto dichiarato nel titolo. Poi c’è anche il rischio di trovarsi di fronte a notizie acchiappa-click che, spesso e volentieri, non sono altro che la summa massima di non-notizie, magari decontestualizzate. E poi c’è il caso dei titoli di testa del Tg1 che rischiano di creare – per portata e credibilità – il telespettatore a fraintendere il reale contenuto di una misura economica appena licenziata dal Consiglio dei Ministri. Come nel caso del cosiddetto “Patto per la Terza età” che prevede mille euro in più agli anziani. Ma non per tutti gli anziani.
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Vista la situazione dell’informazione in Italia, soprattutto quella pubblica, ogni qualvolta uno dei telegiornali (o trasmissioni) della RAI si presta a una narrazione filo-governativa, non possono mancare le polemiche. Come nel caso dell’edizione serale del Tg1 andato in onda giovedì 25 gennaio, con l’apertura dedicata proprio alle misure approvate dal Consiglio dei Ministri in quella giornata. Ed è così che una sintesi titolistica appare a forti tinte “meloniane”.
Mille euro agli anziani, il caso del titolo del Tg1
Come si può vedere dall’edizione ancora disponibile su RaiPlay, mentre la conduttrice annuncia il “Patto per la terza età” (e, successivamente, la decisione del governo di indire l’election day per l’8 e il 9 giugno), il titolo sembra raccontare una realtà non reale: «Mille euro in più per gli anziani». Nessuna virgoletta a sottolineare una citazione, ma un dato di fatto. Molti politici, tra cui Carlo Calenda, hanno messo in evidenza questa “bugia” (perché non ci saranno 1000 euro in più per tutti gli anziani), sottolineando come ci sia stato un tentativo di far passare il messaggio: soldi in più, ricordando che si vota.
Una sintesi troppo semplicistica. Il vero problema è solo nel titolo. Perché la misura di cui si parla non prevede mille euro agli anziani, ma solo a una piccola porzione di cittadini, come spiegato dal comunicato stampa del governo in seguito al Consiglio dei Ministri:
- un’età anagrafica di almeno 80 anni;
- un livello di bisogno assistenziale gravissimo, definito dall’INPS, sulla base di determinati indicatori;
- un valore dell’indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) per le prestazioni agevolate di natura sociosanitaria, in corso di validità, non superiore a euro 6.000.
Dunque, non tutti. Anzi, pochissimi. Le stime parlano, infatti, di una platea non superiore alle 25mila persone. Lontane dai numeri totali e generalizzati che potevano essere intesi leggendo solamente il titolo. Perché è proprio quello il problema: nei servizi successivi in cui si spiegano i provvedimenti a cui il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera, vengono indicati questi paletti. Sta di fatto, che la televisione pubblica dovrebbe fornire al telespettatore, fin dall’inizio, una visione completa e non di parte di ciò che accade. Perché, come accade per il giornalismo scritto, c’è il rischio che fermandosi solamente al titolo si creino dei fraintendimenti. E, in questo caso, delle notizie non veritiere al mero scopo di favorire una parte politica rispetto all’altra.
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