Morì in un incidente stradale il giorno di San Silvestro: inflitti 4 anni all’automobilista che causò il tamponamento
BUTTRIO. L’incidente stradale che, la sera del 31 dicembre 2019, lungo la strada regionale 56, nel tratto che attraversa Buttrio, causò la morte di Mirella Candussio, 35enne del posto, fu colpa del solo Sergio Nicolausig, 66 anni, residente a Gradisca d’Isonzo, e dell’elevata velocità a cui viaggiava.
A stabilirlo, dopo la sentenza che, lo scorso marzo, aveva assolto l’amica della vittima, la 39enne Ursula Betti, pure di Buttrio, al volante dell’auto tamponata, è stato il gup del tribunale di Udine, Roberta Paviotti, al termine del processo con rito abbreviato che ha condannato l’imputato a 4 anni di reclusione e al risarcimento dei danni alla parte civile (da quantificarsi in separato giudizio).
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Il giudice ha inoltre applicato le sanzioni amministrative della revoca della patente e di complessivi 1.500 euro per violazione del codice della strada.
Erano da poco passate le 20, quando Nicolausig, alla guida di un’Audi A6, travolse la Panda con a bordo le due donne. L’utilitaria, proveniente dalla laterale via Beltrame, si era appena immessa sulla strada principale, nella stessa corsia di marcia del gradiscano, in direzione di Udine: stando alla ricostruzione accusatoria, la svolta a sinistra era stata effettuata dopo avere atteso allo stop il transito di una serie di veicoli e quando l’Audi si trovava a una distanza non inferiore a cento metri.
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Nel violento tamponamento entrambi i conducenti avevano riportato lesioni non gravi, mentre i politraumi della passeggera si erano rivelati fatali durante il trasporto all’ospedale di Udine.
Nel prospettare una diversa ricostruzione dei fatti e insistere quindi per l’applicazione dell’attenuante del concorso di colpa, la difesa, rappresentata dagli avvocati Gina Mauro e Maurizio Conti, aveva chiesto che l’abbreviato fosse condizionato all’audizione del proprio consulente, l’ingegner Giuseppe Monfreda. Erano state le sue conclusioni, nei mesi scorsi, a suggerire ai legali di presentare istanza di patteggiamento con riconoscimento dell’attenuante.
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Nonostante il parere favorevole del pm Luca Olivotto (che nell’abbreviato ha poi concluso per la condanna a 3 anni e 8 mesi), tuttavia, il gup Mariarosa Persico aveva ritenuto la condotta contestata a Nicolausig, ossia il fatto di procedere a 100 chilometri orari (oltre 40 in più rispetto al limite), prevalente sul mancato rispetto dello stop sostenuto dalla difesa, e aveva quindi rigettato la richiesta. Ora, letta la motivazione, la sentenza sarà impugnata sulla scorta degli stessi presupposti e in forza della relazione con cui, nel frattempo, nel procedimento in corso in sede civile, lo stesso consulente tecnico d’ufficio nominato dal tribunale ha accertato il concorso di colpa.
La sera dell’incidente, le due amiche si stavano recando alla cena di Capodanno. Nella battaglia di perizie e controperizie prodotte nel corso del procedimento, era stata la testimonianza dell’ingegner Filippo Ciroi, il consulente tecnico nominato dall’avvocato Gianni Budai, difensore di Betti, a fare emergere la non responsabilità di quest’ultima, coinvolta anche in qualità di persona offesa, ma anche a fare cadere l’ipotesi del concorso di colpa. I familiari di Mirella Candussio erano assistiti dallo Studio 3A, in collaborazione con l’avvocato Elisabetta Zuliani.[FINETESTO]—