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Giallo di Ruino, la difesa insiste per l’incidente e prepara il ricorso

COLLI VERDI. Nel suo interrogatorio aveva parlato di un incidente, ma per la giudice Daniela Garlaschelli deve restare in carcere. E ora la difesa di Liliana Barone, la donna di 45 anni indagata per omicidio in relazione alla morte dello zio Carlo Gatti, 89 anni, nell’abitazione alla frazione Canavera di Ruino, a Colli Verdi, prepara il ricorso al Riesame. L’avvocata della donna, Laura Sforzini, sta svolgendo indagini difensive per dare forza alla tesi sostenuta dalla sua assistita quando era stata sentita sia dal pubblico ministero Paolo Mazza, in carcere, che dalla giudice Garlaschelli.

L’indagata, che abitava con il pensionato e si occupava di lui, nell’interrogatorio di garanzia aveva parlato di un incidente, spiegando di avere trovato lo zio per terra al mattino, domenica, in un lago di sangue. L’uomo, vedovo, da tempo in pensione dopo una vita di lavoro a Novate Milanese, era stato trovato senza vita, ai piedi del letto, nell’abitazione a Colli Verdi in cui viveva con la nipote e il figlio di lei, che nella notte tra sabato e domenica non aveva però dormito a casa.

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Ai soccorritori, chiamati da alcuni familiari, la donna aveva lasciato intendere di avere avuto un ruolo nella morte del pensionato. Dichiarazioni senza però alcun valore probatorio: nel primo interrogatorio la donna si era avvalsa della facoltà di non rispondere mentre aveva dato la sua versione in un momento successivo. Tra gli accertamenti chiave, i cui risultati sono attesi sia dalla procura che dalla difesa, ci sono senza dubbio l’autopsia e la Tac eseguita sul corpo della vittima. Un accertamento, questo, che dovrà approfondire la natura della ferita alla testa e l’eventuale presenza di altre fratture. L’autopsia, eseguita a Medicina legale, è stata condotta dal consulente della procura, Maurizio Merlano, alla presenza della consulente della difesa, Elena Invernizzi. Le loro relazioni devono ancora essere depositate.

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Dal carcere dei Piccolini di Vigevano Liliana Barone continua a dirsi innocente. «Domenica mattina con gli operatori del 118 può aver accennato al senso di colpa che provava per non essere riuscita a soccorrere il signor Gatti – aveva spiegato la sua legale –. Ma lei lo ha trovato steso a terra nella sua camera, solo dopo essersi alzata e non averlo visto arrivare per la colazione». Sulla base di questa ricostruzione, l’avvocata aveva chiesto gli arresti domiciliari, ma la giudice aveva disposto la custodia in carcere. Nei prossimi giorni sarà presentato il ricorso al Riesame. —

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