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Case comunali in gestione ad Aler: affitto aumentato per 827 alloggi

PAVIA. A Pavia 827 alloggi popolari sono passati nel 2023 dal Comune ad Aler. E questo, da gennaio, si è tradotto in un adeguamento al rialzo dei canoni, in alcuni casi cresciuti anche del 30%. Questo perché, come spiegano dall’ente che gestisce l’edilizia popolare, sono emerse situazioni di patrimonio e di reddito che finora non erano state prese in considerazione.

In molti casi, come negli alloggi di via Cantieri Spada, tanti inquilini si sono così ritrovati a fare i conti, già con l’affitto di gennaio, con un aumento consistente del canone mensile. «Pagavo meno di 300 euro e ora dovrò pagarne quasi 400 – racconta Manuela B., –. E questo perché si è tenuto conto anche di una abitazione, in un’altra regione, intestata a me e ai miei familiari. Ma con la pensione che prendo non riuscirò a pagare questo canone. Stiamo parlando di case popolari, questi aumenti sono ingiusti. Mi toccherà chiedere un cambio alloggio, con una casa più piccola forse posso sperare di pagare meno».

«Adeguamento necessario»

Per Aler l’adeguamento dei canoni era necessario. «A seguito della presa in carico nel 2023 da parte di Aler Pavia-Lodi della gestione degli alloggi Erp (Edilizia residenziale pubblica) e su autorizzazione del Comune di Pavia, si è resa necessaria una analisi dei dati – spiegano da Aler –, che a termine di legge ha previsto un adeguamento su base Istat dei canoni alla legge regionale 27 del 2009 e che ha riparametrato le situazioni in essere».

La legge regionale, ormai anni fa, introdusse un nuovo sistema di calcolo per determinare i canoni, ma si parlava, all’epoca, di adeguare cifre che erano davvero molto basse: secondo un’analisi condotta in quegli anni il 35% degli inquilini che occupava una casa popolare aveva un canone inferiore a 50 euro al mese.

Aler spiega che «oltre all’adeguamento dell’algoritmo di calcolo per i canoni di locazione, nel 2023 è stata effettuata anche un’anagrafe dell’utenza che ha aggiornato le situazioni reddituali dei nuclei familiari a valori più recenti». Una revisione, in sostanza, dei parametri patrimoniali e di reddito.

Cosa incide: le novità

La legge 27 del 2009 inseriva nel calcolo dell’Isee per l’alloggio popolare tutti i redditi, anche quelli non dichiarati o esenti, come ad esempio il reddito di cittadinanza. Non tutti, però, venivano rilevati.

L’aggiornamento dell’anagrafe tributaria, di cui parla Aler, consente invece di vedere tutti i redditi che concorrono alla situazione patrimoniale, compresi i contributi assistenziali, come il reddito di cittadinanza o la social card, di cui molti inquilini delle case popolari hanno usufruito negli anni scorsi.

Alcuni rincari sono determinati anche da novità sulla situazione patrimoniale: ad esempio avere una seconda casa intestata, anche se insieme ad altri familiari, può portare a un aumento del canone di affitto, come è successo a Manuela B., l’inquilina di un alloggio popolare che si è vista aumentare il canone del 30%. «Il punto è che quella casa, peraltro in un’altra regione, è abitata da altri familiari – dice –. Quindi a Pavia non la posso usare. Eppure concorre ai parametri che hanno portato a un aumento assurdo del canone mensile». Nella casa dove il canone è aumentato l’inquilina viveva prima con la sua famiglia. «Ora ci vivo da sola, è vero, ma cambiare non è così facile – spiega –. Ciò che trovo incredibile è proprio un affitto di 400 euro per una casa che dovrebbe essere popolare. Per chi vive con la pensione sono cifre impossibili da pagare».

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