World News in Italian

Claudio infoibato a 22 anni, le due pronipoti ritrovano la prova

GORIZIA Claudio Loria era nato a Gorizia nel 1922. Aveva solo 22 anni quando il 6 maggio del 1945 venne prelevato dalla propria abitazione di via Parcar. La deportazione in Jugoslavia da parte dei partigiani titini risale a pochi giorni dopo: il 12 maggio.

[[ge:gnn:ilpiccolo:14062147]]

Da allora, di lui non si è più saputo più nulla. Soltanto un anno fa, la sua pronipote Martina, rovistando tra i cassetti di casa, era venuta a sapere com’erano realmente andate le cose, trovando un documento che prova la verità, l’atto di notorietà: Claudio Loria venne infoibato.

[[ge:gnn:ilpiccolo:14073301]]

Apparteneva all’Undicesimo Reggimento Genio e, dal 1943, faceva parte del Quarto Reggimento della Milizia Difesa Territoriale.

Martina e sua sorella maggiore Francesca si sono rivolte alla sezione goriziana di Lega Nazionale e, attraverso Laura Stanta, al Comitato congiunti dei deportati in Jugoslavia da Gorizia affinché il loro parente venisse adeguatamente ricordato.

La notizia della consegna dell’onorificenza è giunta alle due sorelle lo scorso 29 gennaio quando il loro nonno Benito, fratello di Claudio, avrebbe compiuto cento anni.

All’epoca della deportazione di Claudio, Benito era deportato in Germania quale prigioniero in un imprecisato campo di concentramento nazista. Due fratelli segnati dalla storia.

[[ge:gnn:ilpiccolo:14073300]]

Martina Bosco ha ricevuto ieri, mercoledì 14 febbraio, un diploma e una medaglia quale tributo al suo familiare. E con lei c’era la sorella Francesca. «Siamo grati, onorati e felici di ricevere questo riconoscimento, che è giunto poco dopo il ritrovamento del documento utile a far luce su quanto accaduto – dice Martina –. Il nome del mio prozio era già presente nel primo lapidario del parco della Rimembranza ed è significativo che Claudio Loria si trovasse nella propria abitazione e non si nascondesse: era un combattente valoroso, forse un po’ incosciente, animato dal grande ideale di una Gorizia italiana». «Questa deve essere l’occasione per noi della consapevolezza basata sulla verità delle cose» le parole di Francesca.

Le due sorelle sono entrambe nate a San Giovanni al Natisone, ma risiedono a Trieste. Francesca insegna filosofia e storia al liceo Oberdan, Martina è istruttore amministrativo in un ente pubblico: «Il nostro è un dolore molto sentito, seppure lontano. La possibilità di fare luce su questa tragedia allevia in qualche modo il senso di ingiustizia che si deve provare nei confronti di un ragazzo, privato della propria vita».

Alla cerimonia hanno preso parte, tra gli altri, il prefetto Raffaele Ricciardi, il sindaco Rodolfo Ziberna, l’assessore regionale Sebastiano Callari, il questore Luigi Di Ruscio. «Ho voluto che la cerimonia si svolgesse nel Palazzo del governo affinché venisse dato al vostro prozio l’adeguato riconoscimento che merita – le parole del prefetto Ricciardi –. Dobbiamo sempre ricordare qual è la verità, non nasconderla. Proprio la verità è la base di partenza per costruire una casa del ricordo, per fare un passo avanti verso quella via della riconciliazione che, per fortuna, tutti noi stiamo percorrendo».

Читайте на 123ru.net