Croazia, la protesta dell’opposizione paralizza il centro di Zagabria
ZAGABRIA La pittoresca piazza San Marco – quella che si apre davanti al palazzo del governo nella città alta di Zagabria – non è riuscita a contenere sabato le oltre 5mila persone che sono scese in strada per protestare contro l’esecutivo del premier conservatore Andrej Plenković.
Organizzata da undici partiti di opposizione, dal centro alla sinistra radicale, la manifestazione ha paralizzato per diverse ore il centro storico della capitale croata, mentre dal palco si succedevano le arringhe dei politici.
Le critiche
L’accusa principale mossa al Primo ministro e al suo partito, l’Unione democratica croata (Hdz), è quella di aver costruito in oltre tre decenni di potere quasi ininterrotto (dal 1990, l’Hdz è stato all’opposizione solo tra il 2000-2003 e il 2011-2016) un regime basato su corruzione e clientelismo.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la nomina, qualche giorno fa, del nuovo procuratore generale Ivan Turudić, considerato vicino all’esecutivo e per questo una minaccia all’indipendenza del sistema giudiziario croato.
«Dosta je!», «basta!», questo lo slogan dei partiti di opposizione che hanno chiesto che le elezioni parlamentari di quest'anno vengano organizzate il prima possibile. Nel 2024 in Croazia si terranno infatti sia le elezioni politiche che quelle presidenziali, nonché le europee a inizio giugno. Tuttavia, le date delle votazioni nazionali non sono ancora state stabilite.
«Sciogliamo il parlamento e andiamo alle urne al più presto. Oppure la maggioranza ha paura?», ha chiesto alla folla Sandra Benčić, la deputata della coalizione ecologista e progressista Možemo. «Non partite per la Germania o per l’Irlanda. Non siete voi a dover partire, ma l’Hdz!», ha tuonato Benčić, facendo riferimento al flagello dell’emigrazione che negli ultimi dieci anni ha contribuito a far perdere al paese quasi il 10% della sua popolazione.
«Dopo le elezioni proporremo una legge che imponga lo scioglimento dei partiti condannati per corruzione», ha promesso il centrista Ivica Puljak, sindaco di Spalato.
In quella che è stata definita dall’opposizione come «la protesta più grande mai stata organizzata in piazza San Marco», non sono mancate parole dure nei confronti del premier, definito «Plenkushenko» dal leader del Partito rurale croato (Hss) Krešo Beljak, mentre per Davorko Vidović del partito socialdemocratico (Sdp) – che ha aperto il suo discorso rendendo omaggio ad Alexei Navalny – Plenković sta cercando di limitare le libertà democratiche in Croazia proprio come Putin. «Ladri!», «dimissioni!”, ha urlato la folla nei confronti del governo.
La replica del premier
Immediata la risposta del Primo ministro che da Fiume – dove partecipava alla cerimonia di varo di una nave al cantiere navale 3 maggio – ha parlato di un «raduno filo-russo della sinistra radicale», definendo «vomito» parte delle dichiarazioni.
«Contro cosa si protesta?», ha chiesto il premier, prima di ricordare che durante il suo mandato lo stipendio medio croato è aumentato di 459 euro. «Adesso supera i 1.200 euro al mese», ha detto Plenković, secondo cui, quando era al potere, l'Sdp ha aumentato gli stipendi di appena 25 euro. «I croati non hanno mai vissuto meglio di oggi», ha concluso il Primo ministro.