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ATP Rotterdam, Sinner: “Contento del numero 3 ma le cose più importanti sono altre”-

Da Rotterdam, il nostro inviato

Terminata la partita, Jannik Sinner si dedica alle varie interviste con le televisioni, in primis SKY Sport italiano, poi tedesco e inglese. Il focus iniziale non può non essere sul nuovo best ranking raggiunto, anche se Jannik trova sempre il modo di lanciare un messaggio positivo che non lo veda come principale protagonista. “Sì, essere numero 3 vuol dire tanto per me e per l’Italia, ma come dico sempre la cosa importante è muovere il tennis italiano verso una direzione dove molti più ragazzi iniziano a giocare a questo sport. Io voglio essere un esempio e credo che questo abbia un peso un pochetto più importante. Alla fine è solo un numero”.

Sulla semifinale vinta 6-2 6-4 contro Tallon Griekspoor:
“Oggi ho alzato il mio livello; è stata la miglior partita del mio torneo nella più difficile. Ho cercato mentalmente di essere pronto e aggressivo sin da subito e penso di esserci riuscito. Ho colpito alla grande nei primi punti e le cose sono andate bene. Nelle palle break concesse ho servito molto bene (inclusi due ace, ndr) e mi ha dato fiducia col passare del tempo”.

Sulla finale in programma domenica alle 15:30 contro Alex de Minaur (6-0 per Jannik i precedenti):
“Vedremo domani contro de Minaur che da fondo si muove molto, molto bene e gioca bene su questi campi. Oggi l’ho visto contro Dimitrov; la palla non gli rimbalza altissima quando tira piatto con queste palle pesanti, sarà una sfida difficilissima e non vedo l’ora. Non importa cosa è successo nei precedenti perché de Minaur cercherà di fare qualcosa di nuovo“.

Come accaduto anche nei giorni scorsi, Sinner dopo questa raffica di domande, ha incontrato un giovane tifoso scelto a sorte dal pubblico per scambiare qualche chiacchiera e fare delle foto. Il ragazzino in questione, di 12 anni, ha fatto anche una domanda a Sinner: qual è il match più difficile che hai mai giocato? Il tennista altoatesino ci ha riflettuto un po’ prima di rispondere: “Sai, le partite difficili spesso sono quelle dove affronti un avversario nuovo, per la prima volta, perché non sai bene cosa aspettarti. Ho giocato una partita difficile contro Rafa al Roland Garros e poi la prima volta con Novak fu molto difficile, credo fosse a Montecarlo”. Il messaggio positivo però non può mancare: “ma da queste sfide devi sempre imparare qualcosa”.

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