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Odio comunista, con la scusa della Palestina: foto di Meloni bruciata in piazza. Lo sdegno di FdI

Con la scusa di dare solidarietà alla Palestina e ai bambini di Gaza, i “compagni” che odiano se la sono presa, tanto per cambiare, con Giorgia Meloni, in quanto non di sinistra, in quanto premier italiano che dopo la strage del 7 ottobre aveva manifestato solidarietà a Israele. Quanto basta, a Torino, per dar fuoco […]

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Con la scusa di dare solidarietà alla Palestina e ai bambini di Gaza, i “compagni” che odiano se la sono presa, tanto per cambiare, con Giorgia Meloni, in quanto non di sinistra, in quanto premier italiano che dopo la strage del 7 ottobre aveva manifestato solidarietà a Israele. Quanto basta, a Torino, per dar fuoco all’immagine della Meloni in piazza Castello, tra urla bestiali e scene barbariche. Un tipico “rogo” cieco e livoroso, senza troppi distinguo, di gruppi che vanno dai centri sociali, ai collettivi, ai Cobas.

Il corteo è partito nel pomeriggio dal quartiere di San Salvario ed è arrivato in piazza Castello, ed è lì che è stata bruciata una foto della presidente del Consiglio Giorgia Meloni e del premier israeliano Netanyahu. I manifestanti avevano una grande bandiera della Palestina e hanno esposto numerosi cartelli per ricordare i bambini morti durante la guerra scoppiata dopo il 7 ottobre. Da sinistra, nessuna voce di solidarietà si è levata a sostegno di Giorgia Meloni.

La solidarietà di La Russa

Il presidente del Senato Ignazio La Russa, a quanto si apprende, è stato il primo a indignarsi: ha telefonato alla premier Giorgia Meloni per esprimerle la sua vicinanza sui fatti di Torino e si sarebbe detto anche molto deluso dalla mancanza di solidarietà da parte delle forze di opposizione, che ieri e oggi non hanno condannato le gravi parole del governatore della Campania Vincenzo De Luca contro la presidente del Consiglio. Un silenzio, a quanto viene raccontato, che non è affatto piaciuto alla seconda carica dello Stato.

Un messaggio è arrivato anche dal presidente della Camera: “La manifestazione delle opinioni non deve trasformarsi in messaggi di odio e di violenza”, ha detto Lorenzo Fontana.

Foto di Meloni bruciata a Torino: la reazione di FdI

Immediata la reazione di sdegno di Fratelli d’Italia al rogo della foto di Giorgia Meloni: “L’esibizione di odio contro il Presidente Meloni a Torino, in occasione di un corteo pro-Palestina organizzato da centri sociali, coordinamento per Gaza, collettivi studenteschi, Si Cobas e Cub, è oscena, vergognosa e raccapricciante”, commenta Paola Ambrogio, senatore di Fratelli d’Italia, e Roberto Ravello, dirigente regionale FdI Piemonte.

“Bruciando l’immagine del primo ministro della nostra Repubblica, questi gruppi si sono spinti, ancora una volta, oltre il perimetro costituzionale: la facilità nel denunciare la presunta pericolosità e intolleranza di altri non è accompagnata dalla coerenza, risultando essi stessi estremisti e violenti. Queste derive non sono più accettabili – continua la Ambrogio – e mi auguro che che chi solidarizza con questi soggetti – dal Sindaco Pd Stefano Lo Russo a Elly Schlein – possa finalmente esprimere ferme parole di condanna, allontanandosi dal cono d’ombra dell’ambiguità. Certo, non sarà facile da parte di chi legalizza antagonisti e centri sociali, sdogana le occupazioni e la lotta armata o, ancor peggio, fa finta di sgomberarne le sedi”.

Non c’è una sola volta in cui le manifestazioni dei centri sociali non si accompagnino ad episodi di violenza ed intolleranza. Quella di incendiare a Torino un’immagine con il volto della Meloni è solo l’ultima delle azioni vergognose e pericolose che la cronaca ci racconta. È giunta l’ora di chiamare questi personaggi non più manifestanti, ma teppisti facili a comportamenti criminali e riconoscerli come tali”, dichiara in una nota la senatrice Cinzia Pellegrino, coordinatore nazionale Dipartimento vittime di Fratelli d’Italia.

Dal Pd, arriva la solidarietà di Filippo Sensi: “Tutto mi divide da Giorgia Meloni e da Fdi. Ma tra avversari la prima cosa è il rispetto. E la condanna senza esitazioni di aggressioni, insulti, odio fa parte di questo rispetto reciproco. La mia solidarietà, personale, umana, politica

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