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Treno veloce da Budapest ad Atene. Serbia e Grecia accelerano sul piano

Treno veloce da Budapest ad Atene. Serbia e Grecia accelerano sul piano

foto da Quotidiani locali

BELGRADO Un progetto importante, ambizioso ma anche controverso perché vede una forte partecipazione della Cina e negli ultimi tempi della stessa Ue, che cerca di farsi spazio a colpi di milioni. E che nonostante le perplessità va realizzato a tutti i costi.

E ora pure la Grecia – che ha nel porto del Pireo sotto controllo cinese uno dei punti di forza della sua economia – scende in campo per dare una mano a concretizzare il piano. È questo lo scenario che si sta componendo attorno alla Budapest-Belgrado-Atene, futura ferrovia veloce che, nelle intenzioni dei Paesi attraversati dalla linea, dovrà dare slancio al trasporto di passeggeri e soprattutto al traffico di merci nei Balcani.

L’idea della strada ferrata veloce, ricordiamo, era stata inserita da Pechino già nel 2014 tra i progetti di punta della cosiddetta “Belt and Road”, la Nuova Via della Seta, una linea di oltre 1.500 chilometri pensata, nella prospettiva della Cina, principalmente per facilitare l’afflusso di merci “made in China” in arrivo al Pireo fino all’Europa centrale, con meta appunto Budapest. Negli ultimi dieci anni molto si è fatto, soprattutto in Serbia, tantissimo rimane ancora da fare.

Ma ora anche la Grecia è salita in carrozza. Il passo è stato annunciato a cavallo della visita a Belgrado del premier greco, Kyrakos Mitsotakis, che ha confermato di aver discusso con il padrone di casa, l’omologo serbo Aleksandar Vučić, proprio della «modernizzazione della Belgrado-Salonicco», un tratto-chiave della futura linea veloce, oltre che del «completamento del corridoio» ferroviario «dal Pireo a Budapest», ha informato l’agenzia Tanjug. «Si tratta di un progetto importante non solo per il nostro Paese, ma per l’intera Europa sudorientale e per questo dobbiamo utilizzare i fondi europei per i Balcani occidentali» e non quelli di Pechino, ha anticipato il leader ellenico.

Come si tradurrà l’ingresso greco nel progetto? Con un’accelerazione che riguarda in particolare la linea Idomeni (confine greco-macedone)-Salonicco, «su cui lavoreremo insieme» per modernizzarla, ha illustrato il ministro serbo delle Infrastrutture, Goran Vesić che ha spiegato che la Grecia lavorerà anche a potenziare la Salonicco-Atene, che già oggi consente velocità fino a 150 chilometri orari: «Da parte nostra abbiamo già firmato con la Macedonia del Nord un contratto per partecipare insieme» ai concorsi «per fondi Ue» per far passare la ferrovia veloce anche attraverso l’ex repubblica jugoslava.

Ci sono poi gli oltre 550 milioni già messi sul tavolo da Bruxelles proprio per l’ammodernamento della Belgrado-Nis, «il maggior finanziamento alla Serbia per un singolo progetto», ha annunciato l’Ue l’anno scorso, risorse preziose per 230 chilometri di ferrovia, nuovi ponti e nuove gallerie, che andranno a velocizzare in maniera marcata i tempi di percorrenza tra le due città serbe, facendo scendere la durata del viaggio da sei a solo un’ora e 40 minuti.

Il quadro così si va componendo, se si considera anche la parte della linea già realizzata, la Belgrado-Novi Sad, città oggi collegate in 40 minuti dal “Soko”, il pendolino serbo.

Qui siamo già nella parte “cinese” del progetto, quella che dovrà raggiungere poi Budapest, tratto-cardine che procede con fondi e molta manodopera cinese.

Sul fronte ungherese, tuttavia, gli ostacoli non mancherebbero, è emerso nei mesi scorsi, a causa di carenze tecnologiche sulla sicurezza imputabili a Pechino. Ma saranno superate, hanno assicurato a Budapest.

E da nord a sud, dall’Ungheria alla Grecia, si sogna una ferrovia all’avanguardia. E un viaggio di 13 ore da Budapest ad Atene, in sole sei da Belgrado a Salonicco.

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