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Monfalcone,una stazione marittima sorgerà su parte dell’area occupata dalla centrale A2A

MONFALCONE Se è spettato l’altro giorno all’assessore regionale all’Ambiente, tessera di Fratelli d’Italia, Fabio Scoccimarro sollevare il sipario sui progettisti dell’area ex Enel, cioè i professionisti dello studio F&M Ingegneria spa di Mirano, una realtà sul campo progettuale da 45 anni, a mettere i puntini sulle “i” rivendicando la paternità, pardon maternità, dell’operazione ci pensa ora invece la sindaca leghista di Monfalcone Anna Cisint, che svela pure qualche particolare in più sulla riqualificazione.

«Quelli che sono riusciti a chiudere con il carbone, impegnando A2A per investimenti pari a oltre 60 milioni di euro, con dismissione, smantellamento degli impianti e infrastrutture compresi, siamo noi. Ed è grazie al lavoro di squadra con la viceministra Gava e il presidente Massimiliano Fedriga che siamo riusciti a farlo». Sottotitolo: tutti e tre esponenti politici in quota Lega.

L’area da liberare

Quanto ai dettagli, l’area che verrà «liberata e bonificata» a seguito della dismissione e dello smantellamento della centrale avrà una superficie di circa 75.000 metri quadrati, con un fronte mare di 750 metri lineari, di cui 600 vocati a banchina, mentre in profondità, nell’entroterra oltre la banchina, ci si allungherà per un tratto di 100 metri. Qui prenderà corpo un piano di opere, edifici pubblici e infrastrutture, che «rafforzeranno l’azione intrapresa dal Comune per riqualificare la città, migliorarne l’attrattività turistica e creare nuove prospettive di sviluppo e occupazione sostenibili».

Una nuova stazione marittima

Nello specifico, è prevista la «costruzione di una nuova stazione marittima di 4.800 metri quadrati a servizio dell’ormeggio dedicato a diportismo e crocieristica», anche se per quest’anno Msc ha disdettato e le passeggeri sono al momento in stand-by a Portorosega.

Tornando agli indirizzi, nell’area troverà spazio una serie di servizi. Previste altresì strutture dedicate alla nautica, con la realizzazione di ormeggi collegati a un percorso ciclopedonale turistico lungo la banchina del canale Valentinis.

Attività per le scuole e start-up

Ampia dimensione sarà ritagliata per la struttura destinata a «polo tecnologico», attraverso lo svolgimento di attività didattiche e formative per le scuole, con «particolare attenzione ai percorsi rivolti alle tematiche della transizione ecologica, nonché a servizio delle start-up delle imprese del settore, in un’ottica di sviluppo sostenibile», sempre Cisint. Spazio inoltre alla costruzione di un «hotel di tre piani con circa 100 camere, bar, ristoranti».

Si creerà così, assieme al porto nautico, un nuovo, importante complesso attrattivo. La rigenerazione urbana, infatti, sulle aree di proprietà di A2a verranno restituite alla collettività.

Aree verdi

A contorno saranno ricreati infine dei boschi sulle fasce di cuscinetto laterali, con un giardino centrale e un parcheggio da 250 posti auto, corredato da pannelli fotovoltaici per l’autosostentamento energivoro. Il nuovo quartiere non costituirà un’isola a sé bensì risulterà connessa alla viabilità cittadina e alla pista ciclabile (che attraverserà tutta l’area tra ormeggi ed edifici) collegata alla ciclovia-ponte tra il punto più a nord del Mediterraeo e l’aeroporto.

L’iter

Il quadro delineato è emerso a seguito del primo tavolo di concertazione, previsto nella sfera dell’accordo attuativo sottoscritto a fine agosto dalla Regione e A2A Energiefuture. L’iter prosegue con la creazione di un nuovo impianto per la transizione energetica a ciclo combinato con idrogeno verde e il recupero ambientale dell’imponente sito industriale.

Il risanamento del comprensorio ex Enel, a ridosso dell’abitato sorto negli anni Sessanta, ammonta a 19,5 milioni di euro. La riqualificazione, contestuale alla bonifica, dovrà avvenire entro sette anni, secondo l’impegno assunto in convenzione da A2A.

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