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Gorizia, la lettera di 78 docenti del liceo Dante sulla targa dedicata a Norma Cossetto

GORIZIA «L’iniziativa, organizzata dal Ministero dell’istruzione e del merito nella nostra scuola, in ciò che è parso un atto impositivo, non ha previsto forma alcuna di consultazione del personale docente, né spazi di dibattito, discussione e valutazione negli organi collegiali istituzionali».

Lettera aperta

A prender posizione sono 78 docenti del Polo liceale Dante Alighieri, firmatari di una sorta di lettera aperta in cui intendono esprimere il loro pensiero in merito all’iniziativa promossa dal Mim per il Giorno del ricordo e alle relative celebrazioni previste dal Ministero stesso a Gorizia nella sede del Classico lo scorso 9 febbraio.

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Premettono che «non si discute, qui, della figura di Norma Cossetto e della sua tragica vicenda, né del dramma dell’esodo».

Ma il Ministero, a loro detta, «non ha voluto riconoscere competenza di delibera al Consiglio di Istituto: prerogativa, quest’ultima, che in tali circostanze è dettata dalla circolare ministeriale 313/80, la quale all’articolo 4 prevede che, per l’intitolazione di aule o spazi interni alle scuole, si proceda seguendo le medesime disposizioni contenute nell’articolo 3, comma A, il quale recita: “l’intitolazione della scuola viene deliberata dal Consiglio di circolo o di istituto, sentito il Collegio dei docenti. Le competenze generali del Consiglio di circolo o di istituto portano a considerarlo l’organo legittimato a deliberare nella presente materia”».

Consiglio d’istituto non interpellato

I 78 insegnanti ricordano anche come nel Consiglio d’Istituto «sono rappresentate tutte le componenti della scuola: dirigenza, docenti, studenti, famiglie, personale Ata. Noi docenti crediamo che le scuole pubbliche non siano proprietà privata di nessuno, non del Ministero che le sovraintende, non di associazioni esterne che vi vogliano avere corrette relazioni. Hanno una loro dignità e facoltà di autonomia, gestionale, finanziaria, non meno che didattica e progettuale. Debbono rispondere alle leggi che ne regolano il funzionamento».

E continuano: «La scuola pubblica è, più che mai, aperta al contributo esterno, provenga esso da sue iniziative o da proposte di enti, istituti storico-culturali e associazioni ma ciò deve avvenire nel rispetto della sua alta dignità istituzionale, democraticamente inscritta nella Costituzione della Repubblica italiana.

Le riserve dei prof

Nel merito delle celebrazioni scolastiche goriziane del 9 febbraio, nel pieno rispetto storico degli eventi che il Giorno del ricordo evoca e di quello umano per le tragedie personali che vi si verificarono, noi docenti esprimiamo fondate riserve sull’intervento decisivo, univoco e senza contraddittorio di associazioni che manifestano pubblicamente nei loro organi di informazione orientamenti politico-culturali, nel caso di specie di tendenza neo-nazionalista, non esente da spiriti revanscisti. Vogliamo invece affidarci al contributo culturale e didattico di enti e personalità, senz’altro anche di diverso e plurale orientamento interpretativo, ma di chiara e consolidata professionalità storica, le cui ricerche siano improntate ad una metodologia rigorosamente scientifica».

I docenti firmatari si dicono convinti che «questa sia la via maestra percorrendo la quale l’aggiornamento dei docenti e soprattutto la formazione culturale delle giovani generazioni possano svilupparsi al meglio per comprendere le tragiche vicende della Seconda guerra mondiale ai confini orientali e le particolari, complesse e drammatiche dinamiche della Lotta di Liberazione antifascista in queste terre, nonché gli eventi che il Giorno del ricordo evoca. E su questa via approdare alla Capitale europea della cultura Nova Gorica/Gorizia». —

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