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La rinascita dei cinema in Friuli: in crescita spettatori e incassi

La rinascita dei cinema in Friuli: in crescita spettatori e incassi

Ci si avvicina ai numeri pre-Covid. Non siamo alle sale affollate e fumose (impossibile) descritte da Tornatore in Nuovo Cinema Paradiso. Eppure dalle sale arrivano finalmente veri segnali di ripresa

UDINE. Non siamo alle sale affollate e fumose (impossibile) descritte da Tornatore in Nuovo Cinema Paradiso. Quell’epoca d’oro, per il grande schermo, non tornerà più. Eppure, dopo il lockdown e la difficilissima ripresa post-Covid, segnata dalla grande paura di essere vicini alla fine di un’era, quella del cinema come grande fenomeno sociale e culturale di massa, dalle sale arrivano finalmente veri segnali di ripresa.

Se nel 2022 la crescita era stata timida, e inevitabile, dopo il deserto del biennio 2021-2022, il 2023 si è chiuso con un incremento decisamente robusto: i dati Cinetel al 31 dicembre dello scorso anno, infatti, parlano di 70,5 milioni di spettatori, 26 milioni in più (+60%) rispetto al 2022, e di 495 milioni d’incasso, in crescita del 61%, sia pure ancora lontani dai 635 milioni del 2019.

QUI FRIULI VENEZIA GIULIA

All’appello nazionale mancano ancora le sale fuori dal circuito Cinetel, ma la tendenza è chiara, ed è una tendenza chiara e univoca anche in Friuli Venezia Giulia. Se Cinemazero, a Pordenone, a fine 2023 ha superato i 100 mila spettatori (per l’esattezza 100 mila 600), 40 mila in più rispetto al 2022 e in crescita (+11%) anche rispetto alla media del triennio pre-pandemia (2017-2019), anche il Centro espressioni cinematografiche (Cec) di Udine festeggia dati molto incoraggianti: ben 162 mila spettatori, con 57 mila biglietti venduti in più rispetto al 2022. Non avesse pesato la chiusura del Centrale, fuori servizio per sei mesi, l’incremento (+54%) sarebbe stato ancora più deciso: per trovare un anno con più biglietti venduti bisogna risalire addirittura al 2016.

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EFFETTO BLOCKBUSTER

Settanta milioni di spettatori non rappresentano in assoluto un segnale di buona salute per il settore, in un Paese di 60 milioni di abitanti. In Francia, nel 2023, sono stati venduti 181 milioni di biglietti: applicando la media del pollo ai 68 milioni di francesi, sono quasi 3 a testa, e per giunta con una quota di film nazionali al 40% del mercato, mentre da noi i film prodotti in Italia rappresentano solo un quarto del box office. A suonare la riscossa per il made in Italy, a sorpresa, è arrivato “C’è ancora domani”, il film di Paola Cortellesi che ha superato i 36 milioni di incasso e i 5 milioni di spettatori e soprattutto gli altri due blockbuster del 2022: Barbie (32,1 milioni di biglietti, 4,4 milioni di spettatori) e Oppenheimer di Christopher Nolan (3,8 milioni di spettatoti, per 28 milioni d’incasso).

FENOMENO CORTELLESI

«Paola Cortellesi – commenta il presidente di Cinemazero Marco Fortunato – ha dato un segnale a tutto il cinema italiano, dimostrando che i nostri film possono incassare bene anche quando escono dal canale della semplice commedia e affrontano temi più impegnati. È un risultato su cui hanno inciso altri fattori, che hanno reso ancora più importante e decisiva la scelta del tema, ma “C’è ancora domani” è diventato un fenomeno di costume, argomento di discussione come succedeva con i grandi film del passato». Una rondine che non fa primavera? Fortunato non la pensa così: «Non dimentichiamoci – commenta – del film di Garrone, che ha fatto molto bene pur essendo un film difficile e ostico per il grande pubblico, essendo in lingua originale, non dimentichiamoci il successo di Otto Montagne e i due film che avremo in gara a Berlino».

LA RIVINCITA DEL GRANDE SCHERMO

Sebbene l’effetto blockbuster si sia spento o quantomeno attutito con il nuovo anno, il buon momento del cinema sta proseguendo nel 2024. «Abbiamo chiuso gennaio con il 40% in più di spettatori rispetto al 2023», rivela da Udine il responsabile programmazione del Cec Thomas Bertacche.

«Gli effetti dello sciopero di Hollywood – spiega – si stanno facendo sentire quanto a disponibilità di titoli, ma sono tanti i film che hanno dato risultati maggiori del previsto.

Penso in particolare a pellicole di qualità, ma non pensati per il grande pubblico, come “Perfect Days” di Wenders oppure Foglie al Vento di Kaurismaki, che sono andati decisamente meglio delle previsioni. E sta incassando molto bene anche “Povere Creature”, che ha già superato i 5 milioni di incassi in Italia. È la conferma che la voglia di cinema è tornata. E che il cinema può ancora dare molto: un messaggio anche per le grandi produzioni, che negli ultimi anni si sono spostate troppo sulle piattaforme».

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