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I residenti di Ponziana: «Gli adolescenti violenti, la droga, il vicino Csm: qui non è sempre facile vivere nella serenità»

TRIESTE «In questa zona non vedo un disagio generalizzato, ma a livello di sicurezza suona un campanello d’allarme che mi suggerisce come le cose non vadano molto bene, specie tra i giovani». Don Germano Colombo è il parroco dei Salesiani che in via dell’Istria gestiscono anche lo storico e vivace oratorio di San Giovanni Bosco.

I recenti fatti di cronaca non l’hanno lasciato indifferente, ma il sacerdote non considera per questo la zona meno sicura rispetto ad anni fa.

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Il disagio dei minori

A preoccuparlo, invece, è il disagio tra i ragazzi, anche minorenni, che frequentano il rione e pure l’oratorio.

«Ci sono frange di ragazzi avide di denaro. Lo cercano dappertutto, anche in maniera violenta e talvolta trasgressiva. Devono mostrare i muscoli, altrimenti vengono presi in giro e diventano vittime di bullismo. Si fa fatica a gestirli, ammetto. Sono disagiati, loro sì, e spesso non per colpa loro, bensì a causa di un sistema sociale e familiare che propone modelli sbagliati e che loro assumono in maniera irrazionale, senza ragionarci sopra».

Non va trascurata poi la vicinanza con il Centro di salute mentale della Maddalena: «Talvolta – osserva Colombo – girano persone che hanno delle oggettive difficoltà, anche di convivenza».

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Zona fragile

Su Ponziana, insomma, insiste un insieme di situazioni che rendono la zona estremamente fragile. I residenti ne sono consci. «La verità – osserva a propria volta Gianmaria Pierobon che abita a due passi da largo Pestalozzi – è che qui abbiamo una concentrazione del disagio: ci sono le persone con problemi di tossicodipendenza e che per recuperare i soldi necessari a comprare una dose sono disposti a tirare fuori i coltelli, ci sono quelle caratterizzate dal disagio mentale, c’è la situazione del complesso residenziale di via Battera e infine, ma non ultimo per gravità, abbiamo il problema degli adolescenti violenti, stranieri e italiani. Più che tanti poliziotti, servirebbero tanti psicologi».

Maggiori controlli

Nei locali della zona, di recente, non si sono registrati particolari episodi di violenza, ma «si fa tanta fatica a tenere lontane molte persone in evidente stato di alterazione», fa presente Silvia Volk, che lavora nel Bar Cinzia di via dell’Istria. In generale, i residenti e i gestori di negozi e locali di quest’angolo di Trieste chiedono «maggiori controlli da parte delle forze dell’ordine», si limita a dire la barista.

Edoardo Scocchi, titolare alla trattoria “Alla Speranza”, assicura di non aver «mai avuto problemi nel locale e con i clienti», ma non nega che in zona ci sia del «disagio, soprattutto tra i più giovani che si picchiano e si azzuffano». Il ristoratore però riconosce come ci sia comunque «già un buon impegno da parte delle forze dell’ordine: pattugliano spesso queste vie, anche a piedi».

Le persone anziane

Le persone anziane sono forse quelle rimaste più scosse dall’escalation di violenza degli ultimi giorni: «Ormai per 50 euro la gente è disposta a tutto – valuta preoccupata l’ottantenne Angela Zugna – e per timore che mi succeda qualcosa cerco di muovermi solo nelle vie più trafficate, evitando quelle isolate. Se devo prelevare dei soldi dal bancomat mi faccio accompagnare da mio figlio, perché ho sempre il timore che qualcuno mi segua. Non è un bel vivere».

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