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In un anno i capoluoghi del Fvg hanno incassato 10 milioni di euro dalle multe: tutti i dati, provincia per provincia

UDINE. Dieci milioni tondi. È quanto hanno incassato Trieste, Udine, Pordenone e Gorizia, le quattro città capoluogo del Friuli Venezia Giulia, grazie alle multe previste dal codice della strada e comminate da tutte le forze dell’ordine.

È quanto emerge da un’elaborazione dei dati Siope (Sistema informativo delle operazioni degli enti pubblici) presso il Mef, relativi al 2023.

Un anno che, anche in regione, come un po’ in tutta Italia, ha visto lievitare il numero dei verbali e dei fogli rosa appiccicati ai tergicristalli delle vetture da parte degli agenti di polizia locale. Gli incassi complessivi e soprattutto l’esborso pro capite causa multe restano però lontani dai record a livello nazionale. A Firenze, per esempio, le contravvenzioni nel 2023 sono costate la bellezza di 198,6 euro a residente, praticamente 16 euro al mese, non proprio bruscolini.

I dati delle città regionali

Trieste, città di circa 200 mila abitanti, guida la classifica degli incassi da multe. Il Comune alla voce relativa, ha segnato un credito di 5,6 milioni di euro, più della metà dei 10 milioni complessivi. Ma i verbali, rispetto all’anno precedente, sono risultati in calo del 4,9%, dato in controtendenza rispetto al trend generale. Il costo medio delle multe, per ogni triestino, è stato di 28,1 euro, record per la nostra regione.

Udine, che ha meno di 100 mila residenti, ha incamerato nelle casse comunali 2,5 milioni di euro, con un aumento dell’11,2% rispetto al 2022. L’importo medio per cittadino, 25,7 euro l’anno, resta un po’ più basso rispetto a Trieste. Pordenone, 52 mila abitanti, ha ottenuto dalle multe un gruzzoletto di 1,4 milioni di euro, cifra superiore del 78,6% rispetto all’anno precedente. In crescita pure l’aggravio medio pro capite, salito a 26,3 euro, più di Udine e un po’ meno di Trieste.

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Fanalino di coda in questa graduatoria (ma gli abitanti non saranno così dispiaciuti) è Gorizia, la città capoluogo più piccola con i suoi 33 mila residenti. Al Comune isontino le contravvenzioni hanno fruttato solamente 500 mila euro, cifra però in forte crescita, del 45%, rispetto all’anno prima, mentre il costo per cittadino è stato di appena 14 euro, la metà di Trieste. Gorizia è anche la città del Nord Italia che presenta gli incassi più poveri dalle multe, alla pari di Lodi.

La situazione generale

In Italia le entrate grazie alle sanzioni per violazioni del codice della strada nei capoluoghi di provincia sono aumentate del 6,4% rispetto al 2022 e di ben il 23,7% sul 2019, ultimo anno pre pandemia. In totale gli incassi effettivi dei 108 Comuni capoluogo ammontano a 1,535 miliardi di euro. Molte le differenze per macro aree, visto che l’84% delle multe è pagato nel Centro Nord.

A Nord Est gli incassi sono stati di 347,7 milioni di euro, il 30% in più rispetto al 2022 e una spesa media di 30,1 euro per ogni infrazione accertata. I dati si riferiscono agli incassi reali, effettivi e su di essi incide in modo deciso la variabile collegata alla capacità di incassare il dovuto in relazione alle multe che vengono rilasciate.

La città che ha le entrate maggiori è Milano con 145,9 milioni di euro e 108,1 euro a testa, mentre Roma, che ha più del doppio dei residenti del capoluogo lombardo, incassa 106,7 milioni e 38,8 euro pro capite. Ultime sono Pesaro, Isernia e Vibo Valentia con soli 100 mila euro ciascuna derivati da contravvenzioni.

Le misure di prevenzione

Si fa un gran discutere, in queste settimane, di autovelox, limiti di velocità nelle città, provvedimenti per contenere il più possibile gli incidenti sulle strade urbane, che purtroppo spesso sono fatali per pedoni e ciclisti. È di questi giorni, infatti, la notizia di un decreto allo studio del governo che prevede di vietare gli autovelox, con rilevamento elettronico della velocità, in strade che abbiano limiti sotto i 50 km orari. Sugli autovelox «non può esserci il fai da te».

Il governo sta pensando a una «omologazione nazionale» perché «per salvare vite vicino a scuole, ospedali, una curva pericolosa ci sta, ma piazzati dalla sera alla mattina su stradoni per tassare gli automobilisti hanno poco a che fare con la sicurezza». Lo ha confermato lo stesso ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Matteo Salvini, parlando all’emittente radiofonica Rtl 102.5, citando ad esempio il caso di viale Enrico Fermi a Milano o all’uscita dell’autostrada per chi viene da Como o da Varese.

«Il limite dei 50 in stradoni larghi larghi larghi lascio a voi giudicare se è per sicurezza o per fare alcune centinaia di multe al giorno». Salvini ha quindi parlato di una riorganizzazione della Motorizzazioni per «ridurre i tempi delle revisioni e per le patenti». —

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