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Christof Innerhofer e la medaglia d’argento: dieci anni dopo Soči

Quasi esattamente 10 anni fa, il 9 febbraio 2014 per la precisione, Christof Innerhofer vinceva la medaglia d’argento nella discesa libera dei XXII Giochi olimpici invernali di Soči, diventando così il primo atleta italiano a conquistare l’argento olimpico nella disciplina.

Per festeggiare questo suo storico anniversario, ieri il 39enne nato a Brunico e che ora vive a Gais nella stessa provincia, ha voluto calcare le piste dello Zoncolan, mentre la neve scendeva copiosa e il pubblico di fan ed estimatori si accalcava intorno a lui nello stand di Promoturismo, per stringergli la mano o chiedergli un autografo. L’oro mondiale di Garmisch-Partenkirchen 2011 è ancora concentrato sulla sua carriera e pensa alla Coppa del Mondo, puntando anche a Milano-Cortina 2026.

Come ti trovi sulle piste del Friuli Venezia Giulia?

«Vengo qui da tanti anni ormai. La prima volta ci sono venuto a 15 anni a fare le gare Fis quindi sono passati più di 20 anni ma torno sempre volentieri per allenarmi trovando piste belle e ben preparate. Veniamo accolti a braccia aperte, quindi è un piacere far ritorno in Friuli. Faccio un saluto e un ringraziamento ai friulani e amici che mi han fatto sentire il loro affetto».

Hai portato anche un po’ di neve sullo Zoncolan.

«Si è una bellissima giornata invernale. Tutti pensavano che ormai fosse arrivata la primavera e fosse ora di cominciare ad andare in bici. No, è ancora il momento di sciare e sfruttare la neve fin quando si può. È un piacere essere qui sullo Zoncolan con i bambini e trasmettere la passione per questo sport fantastico».

Punti alle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026?

«Sicuramente ci sarò nella prossima stagione di Coppa del Mondo. Vedremo come andrà e affronteremo poi la questione di Milano-Cortina. Gli anni passano ma per fortuna non mi accorgo che ho già 39 anni. Per me lo sport rimane un piacere, non un obbligo».

Quali sono le tue priorità ora?

«Per me la cosa migliore rimane poter partire la mattina, pedalare 4 ore, fare palestra e alzarmi alle 5 del mattino per sciare sul ghiacciaio. A volte mi chiedono perché a quasi 40 anni continuo a sciare. Voglio proseguire nel mio sogno iniziato 25 anni fa. Gareggio in Coppa del mondo e sono tra i 4 primi italiani sullo sci».

Ti sei ripreso dall’infortunio alla spalla e al polpaccio?

«Si, sto bene attualmente. Negli anni ho imparato comunque che nella vita non c’è sempre bel tempo ma bisogna in ogni caso lottare, qualunque sia la condizione».

Da grande amante della bici hai mai affrontato lo Zoncolan?

«Non ancora. Pedalo più in pianura perché comunque peso 90 chili, ma prima o poi sfiderò il Kaiser anche se credo che sarà per me una bella tortura».

Cosa dici ai giovani che si avvicinano allo sci?

«Bisogna avere passione, fare sacrifici e curare i dettagli perché non è facile diventare un atleta vincente ed è giusto sia così».

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