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Il sopruso di una banca del 1300 raccontato da Amedeo Feniello

Nel 2018 aveva lasciato in città uno splendido ricordo, Amedeo Feniello, con una relazione tenuta per il ciclo “Guerre civili” delle Lezioni di Storia, curate dall’Editore Laterza. Ma ieri mattina, in un Giovanni da Udine affollatissimo, il suo ritorno ha riscosso un successo forse anche maggiore. Nell’ambito del ciclo di quest’anno (“La guerra dei sessi”), Feniello ha narrato, con il suo stile accattivante e coinvolgente, la vicenda di Sybille de Cabris de Moustiers, nobildonna provenzale che nella seconda metà del XIV secolo si oppose, resistendo a prolungate e vessatorie pressioni, al sopruso e alla frode di una delle più potenti banche dell’epoca: quella dei Buonaccorsi, che le doveva un’ingente somma di denaro.

Grazie ad uno straordinario dossier, che è un unicum nella storia dell’Occidente medievale, conosciamo una grande quantità di elementi della vita di una donna. Mancano purtroppo i documenti capaci di rivelarci l’esito dell’estenuante causa legale, e per questo il finale rimane aperto: il che ci lascia, sì, un po’ di amaro in bocca, ma conferisce alla vicenda un fascino particolare. «È una storia nella quale ci si può annegare dentro», ha raccontato Feniello, capace di fare immergere il pubblico nella sua stessa passione: è impressionante, infatti, osservare la determinazione di Sybille, una vedova che denuncia una grande banca.

Facendo luce su uno dei più straordinari fenomeni del Medioevo – l’invenzione e la storia della banca – questa vicenda offre una visione del nostro Medioevo alternativa rispetto a quella cui siamo abituati. Parliamo infatti di «un germogliare di innovazioni in un contesto caoticamente rivoluzionario, con tanti ingredienti, fra i quali il migliore o il peggiore, a seconda dei punti di vista, si chiama capitalismo, cioè l’attitudine a costruire la ricchezza con e per la ricchezza, con i suoi lati positivi e negativi».

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