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Sci, fatturato all’insù grazie alla nevicata: torna l’ottimismo tra gli imprenditori bellunesi

Sci, fatturato all’insù grazie alla nevicata: torna l’ottimismo tra gli imprenditori bellunesi

foto da Quotidiani locali

Se l’inverno scorso i primi passaggi hanno registrato un incremento del 6.4% sui 1200 chilometri dell’Hub Dolomiti Superski, «in questa stagione, ad oggi, possiamo contare già su un aumento, sempre di primi passaggi, tra il 7 e l’8%».

Lo conferma Marco Grigoletto, presidente regionale dell’Anef, l’associazione degli impiantisti. «La percentuale era stata ritoccata al ribasso negli ultimi giorni di carnevale, a causa del maltempo che aveva comportato la chiusura di tanti impianti. Altrettanto è accaduto venerdì, per l’abbondante nevicata. Ma i 40 centimetri di media che imbiancano le Dolomiti, i 70 oltre i 2 mila metri», afferma Grigoletto, «consolidano le prospettive della stagione».

In effetti, se non fosse fioccato così abbondantemente, le stazioni a quota mille o poco di più – ammette Fabio Da Vià, presidente della ski area Monte Agudo – avrebbero dovuto chiudere anticipatamente, già nella prima parte di marzo. «Arriveremo tranquillamente al lunedì di Pasquetta», assicura Cristian Moretti, direttore di Alleghe Funivie, «prima della nevicata, le piste di rientro non avevano due spanne di neve.

La ricaduta economica, dunque? «Intanto risparmiamo sulla neve programmata, che ci costa di media 2 euro e mezzo al metro cubo», precisa Grigoletto. Dopo una ricognizione fra le varie società impiantistiche, possiamo concludere che il risparmio potrebbe quantificare in un milione di euro. Soprattutto se nei prossimi giorni ritornerà la neve. E se rimarrà il freddo. Anche se gli impiantisti consolideranno lo strato superficiale delle piste con una patina di cinque o poco più centimetri di neve programmata.

La neve appena arrivata ha fatto affluire sulle piste, comprese le più abbordabili per il costo dello skipass giornaliero, un gran numero di appassionati. Ogni giorno si quantificano sulle Dolomiti bellunesi tra i 90 ed i 100 mila passaggi.

Un passaggio comporta un introito medio di 2,5 euro sulle seggiovie; di 3,5 in telecabina; di 4,5 in funivia (5,5 sugli impianti più impegnativi). Quindi, l’incasso giornaliero medio minimo è di 250 mila euro; più probabilmente si avvicina ai 350-400 mila euro. Aggiungiamo l’incremento del 7-8% (almeno 25 mila euro) e il conto è presto fatto. Il conto del supplemento economico grazie alla neve che dà continuità più solida alla stagione.

«Sopra i 1600 metri eravamo garantiti sino ad aprile, il Faloria fino al 1° maggio. Sotto no. Adesso, con la nuova precipitazione», assicura il presidente Anef, «ce la faranno anche le stazioni a quota più bassa, dal Nevegal al monte Avena, da Forcella Aurine ad Auronzo. E tutte le ski area, si badi, possono contare su tanti, davvero tanti stranieri che, tra l’altro, si fermano non due o tre giorni, ma una settimana».

La conferma arriva anche dal fronte degli albergatori. «L’incremento oscilla tra l’8 e il 10%», conferma Stefano Pirro, presidente dell’Associazione di Cortina. «Attualmente abbiamo 3.400 ospiti, quindi registriamo una copertura vicina all’80%, sicuramente buona. Si tenga conto che ben 11 sono le strutture in rigenerazione. Gran parte terranno aperto fino a Pasqua. Tante proseguiranno in aprile».

«Ma la vera, assoluta novità», sottolinea Pirro, «è che contiamo non su buone, ma su buonissime prenotazioni anche fuori stagione, in maggio e giugno, per cui ci saranno alberghi che, interrompendo l’attività a marzo inoltrato, oppure subito dopo Pasqua, la riprenderanno in maggio».

Tutto merito, secondo il presidente degli albergatori, della candidatura Olimpica e delle Dolomiti Unesco. Come pure della promozione sui mercati internazionale che sta certificando tutta la sua efficacia. «È difficile quantificare economicamente il fatturato delle recenti nevicate, come lo sarà per le prossime. Ma», anticipa Walter De Cassan, presidente di Federalberghi della provincia di Belluno, «quanto meno disincentiveremo probabilmente la trasferta del turista dalla montagna al mare, che scatta con la Pasqua».

Pasqua con la neve, dunque, come in alcune località quest’anno non lo è stato il Natale.

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