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Lentiai, allarme furti alla partita. I carabinieri identificano un gruppetto di ragazzi

Lentiai, allarme furti alla partita. I carabinieri identificano un gruppetto di ragazzi

foto da Quotidiani locali

Sono stati identificati dai carabinieri cinque ragazzi che ieri pomeriggio si aggiravano attorno alle auto parcheggiate agli impianti sportivi di Lentiai. I giovani guardavano dentro gli abitacoli, un atteggiamento che ha allertato alcuni passanti.

Nulla è stato rubato, ma alcuni testimoni sostenevano che i giovani, di cui almeno uno maggiorenne, erano stati visti tirare le maniglie di alcune vetture, in modo un po’ inspiegabile.

Il fatto si è verificato poco dopo le 16, quando nel campo sportivo era in corso il secondo tempo della partita di calcio tra Lentiai e Vittsangiacomo. Le auto erano quindi incustodite, con il pubblico intento a guardare la partita.

Non è mancato, però, chi ha visto il gruppetto troppo vicino alle macchine: qualche spettatore che era casualmente uscito nel parcheggio in quegli istanti, ha notato gli strani movimenti e ha pensato che qualcosa non andava.

Tra i testimoni, anche il figlio del presidente del Lentiai, il quale ha immediatamente avvisato le persone sedute in tribuna.

Senza esitare, il numero uno del club, Corrado Dalle Sasse, si è alzato per andare a vedere. Una volta presa coscienza di quanto stava accadendo, è partita la chiamata al 112. «Ho capito subito perché c’erano dei movimenti un po’ strani» dice il Corrado Dalle Sasse, «è stato meglio segnalare il problema, prima che potesse magari accadere qualcos’altro».

La pattuglia dei carabinieri è arrivata sul posto pochi minuti più tardi, trovando sul posto cinque ragazzi. Il quintetto non ha battuto ciglio, rimanendo anzi in piedi all’esterno della propria auto. I militari hanno identificato i giovani, i quali hanno successivamente abbandonato il posto.

«Le forze dell’ordine ci hanno ringraziato, sottolineando che il numero di emergenza rimane sempre a disposizione, invitando i cittadini a chiamare il 112 in caso di necessità» conclude Dalle Sasse.

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