World News in Italian

Punzo racconta a Mantova il suo teatro dietro le sbarre

Al Cinema del Carbone, a Mantova in via Oberdan 11, il 26 febbraio alle 21.15 l’appuntamento di Dialoghi di teatro contemporaneo è con Armando Punzo in dialogo con Rossella Menna: “Un’idea più grande di me” è il titolo della sua conversazione-spettacolo.

La conversazione-spettacolo

«È anche il titolo del mio libro, scritto con Rossella Menna, uscito nel 2019 da Luca Sossella editore, che racconta la storia i primi trent’anni della Compagnia della Fortezza», dice il regista, drammaturgo e attore che dal 1988 lavora nel Carcere di Volterra, dove ha fondato la Compagnia, la prima e la più longeva esperienza di lavoro teatrale in un istituto penitenziario.

I detenuti attori

In 35 anni di lavoro con la Compagnia della Fortezza, composta oggi da circa 80 detenuti-attori, ha messo in scena oltre 40 spettacoli.

Mi interessa la questione della prigione, la prigione come metafora

Mi interessa quanto siamo prigionieri noi, non i carcerati

Come nasce l’idea di lavorare in un carcere di massima di sicurezza come quello di Volterra? «Nasce dal bisogno di cercare un’altra strada, altre possibilità per il teatro – dice Punzo – Non volevo lavorare col teatro ufficiale e quindi ho chiesto di entrare nel carcere. Volevo lavorare con dei non professionisti. Mi interessava la questione della prigione, la prigione come metafora: mi interessa quanto siamo prigionieri noi, non i carcerati. Il mio non è un intervento sociale o psicoterapeutico. Il mio è un interesse artistico. Poi ho capito che questa azione artistica ha inevitabilmente trasformato anche il carcere di Volterra».

Il teatro come arte

Proseguiamo chiedendo a Punzo se il suo può essere definito un teatro civile o politico? «No, è un teatro d’arte, che alla fine può tradursi in politico e sociale». Nell’esperienza di Punzo, il teatro è una delle poche realtà che sembrano avere un’azione rieducativa in carcere: si pensi, per esempio, ad Aniello Arena che dopo avere partecipato agli spettacoli della Compagnia della Fortezza ha recitato nel film “Reality” di Matteo Garrone e ora è un attore professionista.

Il mio obiettivo non è

la rieducazione

è un’opera d’arte, fatta in un luogo particolare

Il lavoro e gli obiettivi

«L’obiettivo non è la rieducazione. Il mio obiettivo – puntualizza il regista – è un’opera d’arte, che viene fatta in un luogo particolare». Quali differenze trova nel lavorare con attori-detenuti o attori-cittadini rispetto ad attori professionisti? «Credo che non ci siano grandi differenze; io lavoro allo stesso modo con tutti. Voglio che tutti facciano parte di un soggetto, che propongano delle cose. Bisogna pensare più nei termini del neorealismo, dove i non professionisti sono stati abilissimi a realizzare opere d’arte per il cinema».

I nuovi progetti

Quali sono i prossimi progetti di Punzo e della Compagnia? «Stiamo lavorando su “Atlantis”, nuovo lavoro e poi c’è la realizzazione di un primo teatro stabile in carcere, nella fortezza medicea di Volterra, l’architetto è Mario Cucinella» dice.

Il ritorno a Mantova

Uno sguardo anche al passato: il regista ricorda quando nel 2004 al Teatro Sociale di Mantova andò in scena “I Pescecani ovvero quel che resta di Bertolt Brecht”: «Era uno dei lavori storici della Compagnia. Mi ricordo la risposta straordinaria. Ritornare a Mantova mi fa immensamente piacere».

Al Carbone: biglietto intero 10 euro; ridotto 7 euro per soci del Cinema del Carbone e dipendenti Marcegaglia; ridotto a 5 euro per studenti delle scuole superiori, delle scuole di teatro e di danza e dell’Università di Mantova.

È possibile acquistare il biglietto in prevendita sul sito del Carbone. Contatti tel. 0376 369860, email info@ilcinemadelcarbone.it, www.ilcinemadelcarbone.it, facebook il cinema del carbone. Evento con il sostegno di Comune di Mantova, Fondazione Comunità Mantovana onlus, Lavaverde Rampi, Marcegaglia spa.

Читайте на 123ru.net