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Molestata e rapinata in via Rigutti da due uomini incappucciati: ecco cos’è successo a una ragazza a Trieste

Molestata e rapinata in via Rigutti 


da due uomini incappucciati: ecco cos’è successo a una ragazza a Trieste

foto da Quotidiani locali

TRIESTE. Ha raccontato che sono sbucati all’improvviso da quella sorta di piazzola seminascosta, degradata e poco illuminata, che si crea dall’incrocio fra via Rigutti e via Bergamasco, proprio sotto via Molino a Vento e largo Pestalozzi, a ridosso di San Giacomo e Ponziana. Erano «in due: incappucciati». E che l’hanno in qualche modo bloccata, non si sa se anche prima seguita, iniziando prima a palpeggiarle il seno per poi tentare di slacciarle i pantaloni ed abbassarglieli. Lei ha riferito di essere riuscita a «divincolarsi e a fuggire», ma che le hanno rubato il portafogli che teneva in borsetta.

Erano le quattro di notte

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La vittima ha 23 anni. Erano le quattro di notte. I poliziotti che l’hanno sentita al Pronto soccorso, poche ore dopo l’episodio, parlano di una ragazza ancora scossa, anzi sotto choc. E che poco ha potuto aggiungere per tentare di tracciare un identikit, o perlomeno un’idea dei due aggressori. Quel che si sa, dalla deposizione della ventitreenne, è che i due erano alti circa un metro e ottanta e si esprimevano in italiano. Non è riuscita a vederli in faccia, appunto perché erano incappucciati, e peraltro era notte fonda, né a capire se fossero giovani o meno.

La giovane è andata al Pronto soccorso

La Polizia ha appreso dell’accaduto dopo che la ventitreenne si è recata in ospedale, al Pronto soccorso, per farsi visitare. Lo ha fatto nelle ore successive, quindi di giorno: perché, subito dopo la violenza sessuale e la rapina, non ha chiamato le forze dell’ordine e il 118. Comunque, stando a quanto si apprende, la giovane avrebbe delle ecchimosi al volto.

Nessuno si è accorto di nulla

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«Non abbiamo sentito niente», afferma un uomo di origini straniere affacciandosi dal balcone del suo appartamento. L’abitazione dà su quell’androne circoscritto tra via Rigutti e via Bergamasco, teatro dell’episodio denunciato dalla giovane. «Qui non ci siamo accorti di nulla».

Anche chi risiede nelle casette situate lungo la stradina a fondo cieco di via Rigutti non ha avuto sentore di qualcosa di problematico la notte scorsa. «Una rapina? Una violenza sessuale? Dormivo...».

Una zona buia e defilata

La zona è piuttosto buia, certamente defilata e anche isolata rispetto al traffico di via Molino a Vento. O a quello della strada subito sotto, oltre via della Tesa, che si prende dopo una vecchia scalinata a propria volta degradata: la parte alta di viale D’Annunzio, prima di piazza Foraggi. Chi si incammina da queste parti o è un residente che abita in una delle poche palazzine attorno, oppure lo fa per raggiungere più rapidamente il centro. O viceversa.

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È un punto di passaggio, quindi, solo pedonale, in cui non si transita con l’auto. In astratto, un malintenzionato non avrebbe di certo troppe difficoltà a nascondersi o ad appartarsi senza farsi notare. «Talvolta – osserva una residente – c’è gente che viene qui di sera. Gente che si mette a stazionare sulle panchine più sotto... giovani che stanno con le birre in mano», spiega la signora mostrando una rientranza più ordinata e riparata, tra la vegetazione, in cui ci si imbatte proseguendo in basso per via Rigutti. Quella è la parte asfaltata. La zona più sopra e meno illuminata, prima di via Bergamasco, è in terriccio. Un’area trascurata, con qualche casetta, rovi qua e là. «Io vivo qui da oltre 30 anni – precisa la settantaduenne Anita – e da quanto ho capito in passato c’erano delle abitazioni che avevano subìto i bombardamenti. Alcune comunque sono ancora diroccate, come quella in cui ci si imbatte sulla scalinata che porta in via della Tesa, a ridosso di viale D’Annunzio».

Una zona un tempo meta di tossicodipendenti

Anni fa, tra quei muri pericolanti, c’erano i tossicodipendenti che andavano a infilarsi negli anfratti. O le colonie di gatti randagi. Ora le pareti e quel che restava del tetto sono stati smembrati; di quella vecchia casa rimane solo una vaga idea. I problemi qui non mancano. Le cronache rimandano a non troppo tempo fa, quando era stato segnalato l’insolito comportamento di un abitante della zona che lanciava pietre sui passanti. O gruppetti di ragazzi, nemmeno maggiorenni, autori di diverse angherie: danni, furti, macchine con le gomme tagliate. Finestrini rotti. «Fino a poco tempo fa c’era una baby gang che imperversava tra questa zona e via Cumano – ripercorre un’altra residente, una signora di mezza età – e io lo ricordo bene questo... si divertivano a fare danni. A me qui hanno rubato per tre volte il motorino. Un’altra volta ho visto due ragazzi davanti a uno scooter... l’avevano rubato e lasciato ancora acceso. Ma rapine e violenze sessuali no, questo no, non era mai accaduto prima».

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