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Altri cinque migranti sul tetto del Cpr di Gradisca tentano la fuga con una catena

GRADISCA. Pare ormai permanente lo stato di criticità del Cpr di Gradisca. Anche nel tardo pomeriggio di domenica alcuni trattenuti nella struttura isontina di espulsione e rimpatrio hanno tentato la fuga issandosi sui tetti dell’ex caserma Polonio. L’allarme è scattato attorno alle 17, quando in quattro - poi si è aggiunto un quinto uomo – hanno guadagnato ancora una volta l’accesso alla copertura del centro per poi tentare il gran salto oltre il muro di quattro metri che cinge l’area. A differenza di altre volte, non hanno però compiuto il gran balzo. Il metodo scelto è stato decisamente ingegnoso.

Armati di una catena lunga alcuni metri, sono riusciti in qualche modo a fissarla fra il tetto e il muro perimetrale sul versante di borgo Trevisan, con l’obbiettivo di utilizzarla come fune per raggiungere l’estremità opposta e dunque la via di fuga. Ciononostante, la tenuta del rudimentale “ponte tibetano” fai da te non ha convinto gli stessi fuggitivi, che col passare delle ore sono sembrati desistere dai loro propositi pur continuando a inneggiare alla libertà. Sono iniziate trattative per placare gli animi. La situazione è rimasta a lungo fluida.

Il questore di Gorizia, Luigi Di Ruscio, brevemente contattato ha confermato la situazione, definendola però «sotto controllo da parte del personale» ed escludendo che vi siano stati allontanamenti. Sul posto anche i vigili del fuoco per un intervento definito “tecnico”.

Rimane la criticità di una struttura nella quale i tentativi di evasione – o meglio, trattandosi di una detenzione amministrativa, di “allontanamento” – sono ormai all’ordine del giorno. Da dicembre ad oggi una trentina di persone ha tentato la fuga, riuscita in una mezza dozzina di casi. Sabato inoltre un trattenuto si era infortunato ad un piede ricadendo pesantemente al suolo. E ad inizio mese era andata peggio ad un cittadino tunisino che aveva riportato gravi lesioni al bacino.

Inquietante, l’utilizzo della lunga catena in acciaio. Come gli aspiranti fuggitivi abbiano fatto a reperirla, rimane un mistero. Vieppiù alla luce di una recente operazione di bonifica da parte delle forze dell’ordine, che aveva permesso di rintracciare nelle stanze numerosi oggetti utilizzati per rivolte ed evasioni: pezzi di plexiglass, spranghe, infissi. Recentemente il Sindacato di Polizia Siulp aveva sottolineato le problematiche del Cpr di Gradisca, interessato oltretutto da continui lavori di ripristino della sicurezza. A detta del sindacato, «a cantiere aperto l’operatività della struttura sarebbe stata da sospendere» .

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