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EDITORIALE DEL LUNEDI’ – Un gran pastrocchio difensivo, all’ultimo respiro, nega il ritorno al successo, in trasferta, al Napoli

Editoriale del Lunedì. L’imponderabile, l‘assurdo, l’imprevedibile, l’inconcepibile, è accaduto ieri pomeriggio, in quel di Cagliari, nel match tra la squadsra di Ranieri e quella del neo tecnico azzurro Calzona, che aveva già assaporato il suo primo successo in A da allenatore titolare. Invece, un gran pasticcio del difensore brasiliano Juan Jesus gli ha negato tale soddisfazione,  permettendo ai padroni di casa  di pareggiare il gol di Osimhen, con Luvumbu, al 96esimo minuto. Una sciochezza imperdonabile che neanche nelle gare amatoriali si commette. Così è sfumato il ritorno al successo fuori casa, che manca, oramai da più di tre mesi, esattamente dalla partita di Bergamo, contro l’Atalanta, giorno dell’esordio bisdi Waler Mazzarri sulla panchina del Napoli. Tuttavia, anche in attacco ci sono stati due errorri, sotto porta, ingiustificabili, infatti,  a tu per tu col portiere, Politano e Simeone, sono stati troppo egoisti nel tirare, invece di passare la palla al compagno meglio piazzato che aveva la porta spalancata davanti. Come succede spesso nel calcio chi sbaglia i gol, quasi sempre, subisce la rete degli avversari. Ma la cosa che preoccupa maggiormente è che non esiste più un gruppo, ognuno gioca per sè ignorando il collettivo. Questo sport non è affatto individuale ma di squadra, cosa che quest’anno, purtroppo è mancata, a tal punto da far divemntare questa stagione nettamente fallimentare. Credere ancora in un piazzamento europeo, ora come ora, è una vera utopia, come sembra alquanto impossibile passare il turno in Champions League contro il Barcellona, il prossimo 12 marzo. Mercoledì il Napoli recupererà il match non disputato, contro il Sassuolo, a causa degli impegni di Supercoppa italiana. La matematica non condanna, per il momento, i partenopei che sono lontani dalla zona che conta, nove punti. Per rilanciarsi ci vorrebbe un filotto di successi, però come si può pensare, visti i disastri di questo periodo che gli azzurri possano riuscire nell’impresa. I due punti persi contro i sardi, alla fine, potrebbero risultare decisivi. I tifosi partenopei sono letteralmente infuriati ed amareggiati per l’ennesima delusione patita. I calciatori appaiono demotivati, abulici e vogliosi di andar via il più presto possibile da Napoli, come Zielinski che, attualmente, quando va in campo fa soltanto presenza. Una mancanza di rispetto verso la piazza napoletana che non merita simili comportamenti. Nuovamente, ieri, sono stati in pochi a raggiungere la sufficienza in pagella, a mio avviso salverei il nigeriano ma solo per la rete segnata, Anguissa, cresciuto tantissimo nella ripresa, Raspadori, assist men, Olivera e Lobotka. Peggiori in campo, oltre, naturalmente a Juan Jesus, il cui voto è senz’altro 4, sono stati Rrhamani, Simeone e Politano. Al Napoli,  invece, darei compolessivamente un 3, visto che la musica non è cambiata di molto, dopo il terzo direttore d’orchesta chiamato da De Laurentiis. Calzona è ovvio che non abbia la bacchetta magica per far resuscitare la squadra ed essendo arrivato da meno di una settimana al capezzale degli partenopei, non gli si può imputare nulla. Sicuramente, il gioco non esiste, mentre gli orrori dei vari Juan Jesus, Politano e Simeone fanno presagire un futuro molto difficile da qui a maggio. Ben tre allenatori non sono stati in grado di dare una svolta alla stagione, pur se, in verità, le colpe principali vanno imputate ai calciatori che sono coloro che scendono in campo, anzi oserei dire, che raramente sono scesi in campo realmente. Nella confusione generale, ahimé, si è fatto trascinare pure il talento georgiano, l’ombra di sè stesso, il quale non è più capace di brillare di luce propria come con Spalletti. Il ridimensionamento di Kvara fa sen’altro sensazione e mette ombre sull’eventuale prossimo rinnovo contrattuale, per non parlare della svalutazione del suo cartellino. In conferenza stampa l’allenatore ha ribadito che c’è un problema esclusivamente mentale e non fisico, quindi occorre intervenire sulla testa dei calciatori. La stagione balorda del Napoli fa sensazione anche all’estero dove, dopo il trionfo dell’anno scorso avevano annoverato la compagine partenopea tra le big del vecchiuo continente. A giugno credo che ci sarà una vera e propria rivoluzione con tanti partenti, per cui arriveranno nuovi calciatori ma chi sarà al timone? Un altro dubbio amletico di difficile soluzione. 

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