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In fila per ore all’ex Civile di Gorizia per la ricerca del medico: «Posti esauriti nella notte su Sesamo»

GORIZIA Snervanti attese all’ex Civile per accaparrarsi una nuova dottoressa. Persone in fila sino dalle 6 del mattino. E poi, la sentenza: posti esauriti perché in molti si sono avvalsi, nella notte, della piattaforma Sesamo. Ma ai più anziani, chi ci pensa? Non tutti hanno il computer, non tutti sono avvezzi alle nuove tecnologie. E scoppia la protesta, fatta di telefonate alla redazione, mail, improperi.

Il tema è sempre lo stesso: la carenza di medici di medicina generale. Non appena, all’orizzonte, c’è qualche nuovo professionista pronto a svolgere questa importante funzione, c’è l’assalto alla diligenza. Comprensibile, visti i numeri risicati. «La preferenza implicita accordata a Sesamo è ingiusta e scorretta», è una delle osservazioni di chi la fila l’ha fatta e si è vista rispondere che non c’era più posto per quel medico di base.

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La mobilitazione dei sindacati

E anche i sindacati si mobilitano. Dopo le continue (e purtroppo poco ascoltate) prese di posizione della Fimmg, oggi è la Cgil a tuonare.

A prender posizione sono Giuseppe Torraco, segretario dello Spi-Cgil, Thomas Casotto, segretario generale della Cgil di Gorizia e Alessandro Crizman che guida la Funzione pubblica del medesimo sindacato. Non fanno troppi giri di parole e vanno dritti al punto.

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Ritengono «scandalosa» la gestione «della Regione e di Asugi della carenza e sostituzione dei medici di medicina generale. Ormai - attaccano - ci sono così pochi medici che, quando ne arriva uno nuovo, sono in tantissimi che tentano di farsi prendere in carico da questo. Non basta: le procedure informatiche per farlo sono complesse e troppo farraginose da essere, forse, inutili per le persone più anziane. E, comunque, è quasi impossibile per chiunque riuscire ad accedere al servizio telematico se non prima dell’alba, e bisogna avere tanta fortuna. Bisogna investire di più sulla sanità pubblica e soprattutto sulla sanità più prossima ai cittadini più bisognosi».

Contro la privatizzazione della sanità

Il discorso della Cgil si fa subito politico. «Siamo da sempre contrari alla privatizzazione della sanità pubblica, non per motivi ideologici, ma perché è chiaro che con investimenti sempre più scarsi anche i servizi che tutti davamo per garantiti, non lo sono e forse non lo saranno più. Nella nostra provincia, non era mai successo negli anni scorsi che non fosse garantita almeno la medicina di base. E che dire del disagio delle decine di persone che erano in attesa all’aperto in piedi, compresi agli anziani più sofferenti, che aspettano di poter accedere agli uffici Asugi? Non si poteva prevedere almeno questo? Organizzare un’accoglienza migliore per questi cittadini».

Il giudizio sugli Asap

Poco lusinghiero anche il giudizio sugli Asap, gli ambulatori sperimentali di assistenza primaria. «Viste le migliaia di persone senza medico di famiglia si sono inventati gli Asap, che possono dare una risposta solo emergenziale, con il loro carattere temporaneo e di urgenza, con degli operatori che non possono dare quella continuità di assistenza che dava, fino a poco tempo fa, il proprio medico di fiducia».

Un altro problema, rilevato anche dal Coordinamento salute Fvg durante un incontro a San Rocco, è che negli Asap stessi «non sono garantiti presa in carico dei pazienti e continuità assistenziale. Infatti, in tali ambulatori, oltre alla turnazione di diversi medici che, pertanto, non conoscono effettivamente il paziente, ai sanitari che vi operano non è nemmeno permesso l’accesso alle cartelle digitali degli assistiti presenti sulla piattaforma regionale». Un problema nel problema.

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