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Trattori, la protesta arriva a Treviso: «Saremo in cinquecento»

Trattori, la protesta arriva a Treviso: «Saremo in cinquecento»

foto da Quotidiani locali

La protesta dei trattori arriva a Treviso. Mercoledì 28 febbraio, dalle 8, saranno in cinquecento all’uscita di Treviso Sud - tecnicamente a Silea, negli spazi al civico 1 di Strada della Serenissima. È la prima grande manifestazioni dei trattori nella Marca, organizzata da una serie di soggetti indipendenti (molti dei quali avevano già protestato in altre località del Veneto nelle scorse settimane). E non potrebbe essere altrimenti vista la presa di distanza da parte delle associazioni di categoria ufficiali, ultima in ordine di tempo quella di Coldiretti Treviso che ha definito come «inutile» la protesta dei trattori.

«Saremo per la maggior parte trevigiani» annuncia uno degli organizzatori, Nicola Albanese, «ma a darci manforte arriveranno da tutto il Veneto». La manifestazione è regolarmente autorizzata dalla prefettura.

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Gli agricoltori hanno quindi diffuso un comunicato con le ragioni della protesta: «Buona parte degli agricoltori non riesce più a sostenere le spese e, addirittura, sta erodendo i propri capitali. Tutto questo viene complicato da vari fattori esterni, quali la progressiva riduzione dei sostegni comunitari, eventi geopolitici, fattori climatici e misure governative che danneggiano il settore».

Gli organizzatori della protesta inoltre sottolineano «come l’attività agromeccanica sia parte integrante del processo produttivo agricolo e per tale motivo alle imprese agromeccaniche devono essere riconosciuti gli stessi benefici previsti per gli agricoltori. In questo ultimo periodo, a seguito delle molte manifestazioni simili svolte su tutto il territorio italiano si è palesato in modo indiscutibile il sostegno da parte della cittadinanza, la quale ha ben capito come l’agricoltura sia importante e fondamentale per il loro sano sostentamento. Sostegno c’è anche da parte delle altre categorie produttive (settore secondario e terziario) che, soprattutto negli ultimi anni, si trovano in una situazione economica e sociale “non è molto rosea”»

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