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Borgomasino, festa grande per i cento anni di Alba

BORGOMASINO. Festa grande mercoledì pomeriggio a Borgomasino per il centesimo compleanno di Alba Dignatici, la più anziana fra gli oltre 700 residenti nel piccolo comune dell’eporediese. Alba è nata a Prignano sulla Secchia, in provincia di Modena, il 21 febbraio 1924. Dopo aver gestito per anni con il marito Augusto Borghi il ristorante della casa automobilistica Ferrari a Maranello, si è trasferita in Canavese, seguendo la figlia Caterina che era giunta a Ivrea negli anni Settanta con il marito, per lavorare alla Olivetti. Anche Alba e Augusto furono assunti nella “grande azienda”, entrambi alla Ico: lui come magazziniere, lei in mensa, dove si fece apprezzare per l’abilità in cucina maturata negli anni dedicati alla ristorazione.

Caterina si è trasferita da Strambino, dove ha abitato per anni, a Borgomasino nel 1984 e l’anno successivo, alla morte del marito, l’ha raggiunta la mamma, che con Augusto stava a Realizio: «Viviamo assieme – racconta la figlia – e spesso borbottiamo, da brave vecchiette, ma ci facciamo buona compagnia. La mamma sostanzialmente sta bene. I dolori ci sono, la memoria a volte fa qualche scherzo, ma nel complesso non possiamo lamentarci: cammina, è autosufficiente e qui a Borgomasino ci troviamo davvero bene. D’altronde, si sa: noi romagnoli ci mettiamo poco a fare amicizia, siamo allegre e alla buona e ci siamo inserite bene in questo contesto che ci ha subito accolte con affetto fin dal nostro arrivo».

A festeggiare nonna Alba sono venuti nipoti e pronipoti dal paese, compresa la più piccola della famiglia, Valeria, che ha 8 anni. È stata una festa semplice, intima e senza eccessivo sfarzo («Noi non festeggiamo quasi mai il compleanno – sottolinea Caterina -, ma questo è speciale e andava celebrato»), che ha però coinvolto la comunità: la sindaca Antonella Pasquale ha consegnato ad Alba una pergamena con gli auguri dell’amministrazione e la scenografica torta a forma di 100 è stata realizzata in paese, dal laboratorio “Il borgo del dolce”. Ora non resta che guardare ai prossimi cento anni. Alba e Caterina, da brave romagnole, hanno i programmi ben precisi: «Che dobbiamo fare? Tenere botta, è chiaro!». Federico Bona

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