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Alberto, irreperibile dopo l’omicidio della compagna a Bovolenta: ecco chi è

Specializzato in termoidraulica e nell’assistenza di caldaie, una persona dedita al lavoro e alla sua famiglia, alla compagna Sara e alla figlia adolescente. Amante della montagna e del calcio a 5. Era questa l’immagine di Alberto Pittarello, ben lontana dalla possibilità di essere sospettata, come è per adesso, di compiere un femminicidio. Chi lo conosce lo descrive come tranquillo e assolutamente normale. Senza grilli per la testa.

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Con Sara era andato ad abitare in via San Gabriele, al confine del territorio comunale di Bovolenta, verso Polverara. Lì abitano da sempre i suoi genitori, Adriana e Gabriele. Un cancello comune dà l’accesso al cortile dove si trova una prima abitazione, a fianco quella per appunto dei genitori e a lato di quest’ultima le due abitazioni, di costruzione più recente, dove abitano i figli della coppia: Alberto che viveva con Sara e Stefano con Angela. La mamma di quest’ultima - ironia della sorte - è vicina di casa della mamma di Sara. Le finestre della casa guardano sul cortile dell’omicidio.

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Martedì pomeriggio c’era un continuo viavai nelle abitazioni di via San Gabriele con auto che entravano e uscivano, parenti che arrivavano e se ne andavano. Tutti con poca voglia di parlare, increduli di quello che poteva essere successo. «Non abbiamo voglia di parlare, bisogna portare rispetto e Alberto qui non è tornato», sono le uniche parole pronunciate dai familiari chiusi nel loro dolore.

I carabinieri sono rimasti qui alcune ore per cercare di raccogliere ogni elemento utile alle indagini. Hanno chiesto di come stesse vivendo l’allontanamento della sua compagna che aveva deciso da quindici giorni di lasciare la casa, andando a vivere dalla madre, a poco più di due chilometri.

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