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Bairo, addio al decano degli Alpini Aldo Olivetto amava il suo paese

Bairo

«Ha rappresentato l’identità della gente del diciannovesimo secolo del nostro paese. Un uomo bravo, disponibile, capace a coltivare i terreni con reciprocità, senza togliere e senza prendere alla natura». Claudio Succio, sindaco di Bairo, ricorda così Aldo Olivetto, amico di una vita intera e decano degli Alpini del paese, nonché rappresentante dei coltivatori del paese.

Olivetto, classe 1933, si è spento a quasi 91 anni, nella giornata di lunedì 26, accudito dall’affetto della sorella Giacinta e dei nipoti Claudia e Giovanni, a cui l’intera comunità e l’amministrazione comunale porgono le loro più sentite condoglianze.

«Era un uomo del suo tempo, un vero Alpino che ha fatto la guerra e si è sempre impegnato e distinto all’interno del gruppo - continua il primo cittadino -. È stato in prima linea per il paese, si è sempre dato da fare per aiutare la comunità, anche facendo piccole manutenzioni. Ha sempre lavorato la campagna, come si faceva una volta: aveva i suoi terreni ed è stato a capo della sezione Coldiretti locale, era un punto di riferimento per gli agricoltori. Non si è mai sposato, ma ha sempre avuto nella sorella Giacinta un punto fermo ed è lei che gli è stata sempre accanto».

Calciatore di talento e appassionato della vita del paese, in particolare del Palio dei rioni, Olivetto era stato anche omaggiato di una pergamena da parte degli Alpini due anni fa. «Nel 2022 abbiamo voluto riconoscere la sua importanza per il gruppo Alpini di Bairo - spiega Succio -. Così l’abbiamo festeggiato a casa sua per i suoi meriti e anche per la sua età, perché era il più anziano delle penne nere . Non era il capogruppo, ma era un vero Alpino, uno degli ultimi. Aldo era un amico, abbiamo passato una quarantina d’anni come vicini di casa e lo ricordo come un punto di riferimento: un gran lavoratore, una brava persona che sapeva fare tutto e si adattava a qualunque mansione. Era un uomo forte, che si dava sempre da fare. Rappresentava un tipo d’uomo che non è più facile trovare, era un esempio della sua generazione».

Olivetto era anche un uomo che teneva molto alle tradizioni di paese: «Era molto affezionato al nostro Palio dei rioni - racconta ancora il sindaco -. Amava la competizione con gli altri rioni e lui era l’anima del rione Rügnè. Era l’organizzatore delle sfide e amava partecipare per vincere, voleva primeggiare. Era uno specialista nel lancio dell’uovo, la gara avveniva sempre nella piazza del paese e consisteva nel lanciare da una parte all’altra un uovo senza romperlo. Dalla parte opposta, per riuscire, doveva esserci qualcuno di abile nel prendere l’uovo al volo, senza farlo cadere e senza romperlo. Allo stesso modo, era un vero tirapere ad Ber, era abile nel tirare le pietre. Erano tempi in cui ci si divertiva in maniera semplice, confidando nella compagnia degli amici del paese».

«Tra gli aneddoti che amava raccontare non mancavano mai quelli legati alla squadra di calcio bairese di cui aveva fatto parte e con cui aveva vinto anche la Coppa Primavera - spiega Ivo Chiolerio, anche lui alpino e storico locale -. Il motto, dal piemontese, era “Quelli di Bairo, paura di nessuno”. Ne parlava sempre. Poi è stato a lungo il portabandiera delle penne nere, resterà una figura importante per tutti».

Sarà possibile dare l’ultimo saluto ad Aldo Olivetto questa mattina, mercoledì 28, ai funerali che avranno luogo nella chiesa parrocchiale alle 10.30.

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