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Ivrea, a San Giovanni arriva l’infermiere di comunità

IVREA. Una figura capace di interfacciarsi con i cittadini ascoltandoli ed orientandoli verso la rete dei servizi socio-sanitari nonché di intercettare precocemente problemi di salute per prevenire l’instaurarsi di patologie e promuovere buone pratiche e stili di vita.

È l’infermiere di famiglia e di comunità, previsto dal Pnrr nella riforma della rete di assistenza sanitaria territoriale, presentato agli abitanti del quartiere San Giovanni lunedì 26. Un progetto sperimentale avviato dal comune e dall’Asl/To4 in collaborazione con il consorzio Inrete che sarà operativo nell’ambulatorio medico del quartiere e nell’ambulatorio infermieristico di Bellavista a partire dal 4 marzo prossimo.

Soddisfazione ha espresso il sindaco Matteo Chiantore: «Il progetto si è materializzato in circa cinque mesi e ci vede al fianco dell’Asl per avvicinare la sanità ai cittadini agevolandoli nel raggiungimento dei servizi». Ha parlato di «facilitare l’accesso alle cure prestando attenzione verso i bisogni anche più piccoli e andando incontro alla popolazione evitando inutili spostamenti» la vicesindaca Patrizia Dal Santo. Si è soffermata sulle funzioni dell’infermiere di famiglia e di comunità Clara Occhiena, responsabile della direzione delle professioni sanitarie dell’Asl/ To4: «Sarà una presenza costante sul territorio dal momento che la riforma territoriale ne prevede uno ogni 3.000 abitanti. Tutti potranno rivolgersi a lui, senza intermediarsi con altre figure, per ottenere una valutazione del proprio stato di salute a fini preventivi, per intercettare sintomi e per ricevere aiuto nell’accesso al giusto percorso terapeutico. Potrà essere contattato direttamente oppure attraverso una segnalazione del medico di medicina generale oppure degli operatori sociali, collegando così i servizi ospedalieri e territoriali con situazioni specifiche».

Nel Pnrr sono presenti i finanziamenti per case ed ospedali di comunità ma non ci sono indicazioni sul personale», ha precisato Ornella Vota, direttrice del distretto di Ivrea. «Ecco che questo nuovo progetto – ha aggiunto – mira proprio ad affiancare sul territorio questi professionisti ad altre figure, come gli infermieri delle cure domiciliari, fornendo risposte più onnicomprensive per aiutare ad aprire la porta giusta nel servizio sanitario. Dove ci siano delle difficoltà a rendere evidente una condizione questo nuovo operatore saprà farla emergere anche semplicemente provvedendo alla riconciliazione del piano terapeutico».

Patrizia Milazzotto, coordinatrice degli infermieri di famiglia e di comunità, ha evidenziato come «ogni collettività ha i suoi bisogni specifici e oggi inauguriamo una sanità d’iniziativa che, attraverso una mappatura dello stato di salute con questionari, domande e controlli basilari e regolari, eviterà che segni non ancora tradottisi in sintomi possano degenerare in serie patologie. Lo faremo proponendo uno stile di vita e un’aderenza terapeutica corretti per adattarsi ad uno stato di malattia monitorata da persone attente». Un ulteriore step è stato indicato da Andrea Callea del consorzio Inrete: «Nel dare risposte a bisogni sanitari spesso se ne percepiscono anche altri riconducibili al lavoro degli operatori sociali, perciò, in questa fase iniziale, staremo in ascolto, dando modo all’infermiere di prendere dimestichezza con il quartiere. Faremo poi incontri per capire come i nostri assistenti possano inserirsi in questo percorso mettendo così in campo forze multiprofessionali».

Professionista da 15 anni con esperienza ospedaliera e poi nelle cure domiciliari, Damiano Di Nunzio sarà l’infermiere di famiglia e di comunità attivo a San Giovanni. «Sono pronto ad intraprendere questo progetto in itinere con entusiasmo e buona volontà per venirvi incontro», ha assicurato alla sessantina di persone presenti all’incontro. Prossima presentazione lunedì 4 marzo, alle 17, in piazza Primo Maggio a Bellavista.

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