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La Corte dei Conti indaga sull’area dei Pili

La Procura della Corte dei Conti indaga sulla vendita dell’area dei Pili dal Demanio alla società Porta di Venezia, facente capo al blind trust del sindaco Luigi Brugnaro, che l’acquistò per 5 milioni nel 2006, unico partecipe all’asta pubblica.

In questo caso, sotto indagine è il “pubblico venditore”, il Demanio che aveva affidato l’area alla società Patrimonio dello Stato Spa per venderla, finendo però per mettere all’asta anche barene e aree lagunari appartenenti al patrimonio inalienabile dello Stato.

Di anni ne sono passati molti, ma ad attirare l’attenzione della Procura contabile – cui competono le indagini su possibili danni per le casse pubbliche – è stato l’esposto presentato nel 2020 dall’architetto Alberto Bernstein, che nello specifico aveva segnalato come «alcune particelle catastali dell’area di proprietà di Porta di Venezia spa ai Pili, a Porto Marghera in prossimità della base del ponte della Libertà, individuate nell’atto di acquisto dalla Patrimonio dello Stato spa del 28 febbraio 2006, sono state variate in modo significativo a seguito di due atti di rettifica del febbraio 2018 e marzo 2019».

Verifiche degli atti notarili

Delle indagini si sta ora occupando la Guardia di finanza del Nucleo di Polizia tributaria, che verifica anche gli atti notarili che hanno accompagnato prima il rogito e poi la modifica delle “particelle catastali” di parte dell’area: l’errore potrebbe essere riconducibile anche al notaio romano che seguì la pratica.

I Pili – è l’ipotesi d’indagine – ricomprendono un’area di barene e di litorale lagunare che fanno parte del patrimonio inalienabile dello Stato.

E come atto conseguente all’indagine, l’Agenzia del Demanio sta già effettuando una ricognizione della zona, per verificare se una parte vada restituita allo Stato: naturalmente – si immagina – aprendo un contenzioso amministrativo e civile complesso, con la proprietà.

A segnalare l’indagine è stato il procuratore regionale contabile Ugo Montella, nel corso dell’inaugurazione dell’anno giudiziario della Corte dei Conti, parlando delle inchieste in corso: «Le attività preliminari di cessione di competenza di diversi soggetti pubblici sarebbero state svolte con negligenza, con particolare riferimento alla corretta individuazione degli estremi catastali degli immobili oggetto di vendita, con conseguente danno al patrimonio pubblico».

L’amministratore di Porta Venezia

Cade dalle nuvole, dicendosi del tutto ignaro dell’indagine in corso, l’architetto Luca Gatto, amministratore unico di Porta di Venezia: «L’area è stata regolarmente acquisita partecipando all’asta indetta dalla Patrimonio di Stato Spa, alla quale era stata affidata dal Demanio – dopo una serie di passaggi – proprio per alienarla. Certo, dell’area fanno parte anche barene, ma con il ritiro delle acque e l’intervento antropico nei decenni precedenti all’alienazione, non è più considerabile parte della laguna. Dal 2015, inoltre, come società abbiamo fatto una serie di interventi di caratterizzazione del suolo, lavorazioni di messa in sicurezza, che hanno comportato spese».

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Di dicembre il progetto di fattibilità pubblicato dal Comune che ha ridisegnato il futuro dell’area dei Pili – tra quelle affidate al blind trust della LB Holding – prevedendo un collegamento con un ponte con San Giuliano, per la realizzazione di un Hub turistico. «Noi l’abbiamo appreso dai giornali», dice Gatto, «non sappiamo a che punto sia il progetto, se preveda esproprio delle aree o altre forme di coinvolgimento»

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