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Palazzo Volpi a Venezia: cornici, lacchee e specchiere  vanno all’asta su Sotheby’s per 2,5 milioni

All’asta oggi, 28 febbraio, a Parigi da Sotheby’s gli arredi del palazzo sul Canal Grande che fu del fondatore della Mostra del Cinema. Si tratta di Palazzo Volpi, dimora quattrocentesca del conte Giuseppe Volpi di Misurata e che ora il figlio Giovanni ha deciso appunto di vendere, tranne una parte di essi vincolati dalla Soprintendenza.

All’incanto oltre 200 lotti tra mobili e oggetti d’arte provenienti dal palazzo veneziano.

Il conte Giuseppe Volpi

Il conte Giuseppe Volpi di Misurata (1877-1947), acquistò l’elegante edificio rinascimentale sul Canal Grande nel 1917.

Politico e ministro delle Finanze in epoca fascista, diplomatico e imprenditore (diede vita al progetto di costruzione di Porto Marghera), fu anche promotore di numerose iniziative culturali, presidente della Biennale e fondatore appunto nel 1932 del Festival del Cinema di Venezia (che gli ha intitolato la celebre coppa Volpi destinata al miglior attore e alla migliore attrice).

Gli ospiti illustri e l’asta

Da qui sono passati Winston Churchill, Arthur Rubinstein, ma anche – durante le feste che si svolgevano – personaggi come Joséphine Baker, i duchi di Windsor, Coco Chanel, Cary Grant, Maria Callas, Andy Warhol e, in tempi più recenti, Paul Newman, Jack Nicholson e George Clooney.

In catalogo appunto, oltre 200 lotti, con una stima di partenza compresa fra 1, 5 e 2, 5 milioni di euro circa. In asta andranno mobili (soprattutto lignei) e oggetti provenienti dagli spazi del piano nobile dell’edificio fra cui un elegante «portego», una tipica sala di rappresentanza veneziana, il salone da ballo, la sala da musica e la sala da gioco, quest’ultima arredata, in modo abbastanza sorprendente per un palazzo lagunare, con le creazioni della Maison Jansen, una delle realtà di grido nella decorazione del XX secolo.

«Sarà proposto un mix elegante e ben riuscito fra epoche e stili diversi», prosegue Tavella, «ci saranno pregevoli cornici rinascimentali, una suite di arredi veneziani dell’ultimo quarto del XVII secolo, fra cui una specchiera con lo stemma dei Mocenigo e due eleganti console, mobili decorati nello spirito di Brustolon, con un misto di lacche e intarsi in madreperla. Il Settecento è ben rappresentato poi da mobili siciliani fra cui un bel trumeau in lacca, un raro mobile turco e una serie di arredi romani fra cui console e alcune panche della sala da ballo».

E le stime

Quanto alle stime, si spazia da poche migliaia di euro, ad esempio per i cestini da scrivania di Fornasetti, alcuni argenti, gli obelischi di Jansen fino agli arredi veneziani e romani più preziosi.

Fra questi spiccano tre console del Settecento romano, in legno dorato con piano in marmo verde antico (stimate 50-80mila euro l’una), parte di una serie di quattro proveniente in origine dal Palazzo dei principi Borghese, e una specchiera veneziana in lacca policroma, legno ebanizzato e intarsi in madreperla dell’ultimo quarto del XVII secolo, recante lo stemma dei Mocenigo (60-100mila).

Pochi gli oggetti a rimanere nel palazzo, fra cui qualche lampadario e i dipinti incassati nelle decorazioni a gesso dei muri.

La dispersione della collezione coincide con la messa in vendita dello stesso palazzo, come emerge dal sito della società di immobili di lusso Lionard, che ne pubblicizza ampiamente il pregio architettonico e le dotazioni. Quanto al prezzo di richiesta, le trattative sono rigorosamente riservate.

Tre anni fa si parlava di 51 milioni di euro per l’acquisto del palazzo di oltre 3600 metri quadrati di interni più 500 di esterni con due porte d’acqua, e persino l’ascensore

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