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FdI sempre a difesa della libertà di stampa, ma fare processi mediatici non è diritto di cronaca

libertà di stampa

Il diritto di cronaca è garantito dalla Costituzione all’articolo 21, ma deve essere temperato dal diritto all’onore, alla reputazione, all’oblio, alla privacy. È uno dei punti della mozione della maggioranza, primo firmatario il capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione Cultura alla Camera Alessandro Amorese, che martedì è stato votato a Montecitorio. Il testo impegna il […]

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Il diritto di cronaca è garantito dalla Costituzione all’articolo 21, ma deve essere temperato dal diritto all’onore, alla reputazione, all’oblio, alla privacy. È uno dei punti della mozione della maggioranza, primo firmatario il capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione Cultura alla Camera Alessandro Amorese, che martedì è stato votato a Montecitorio. Il testo impegna il governo, con cui abbiamo sintonia piena su queste questioni, su una serie di punti.

Si tratta di una materia complessa, ma alcune questioni sono oggettive. A partire dalle menzogne, strumentali e messe in giro ad arte dalle sinistre, che girano su una proposta di legge che non a caso i nostri detrattori hanno definito “legge bavaglio”. Di imbavagliato, dal testo uscito dalla Commissione non c’è nulla. Il lavoro in Parlamento ha coniugato la libertà di espressione prevista dall’articolo 21 e la presunzione di innocenza dell’articolo 27 della Costituzione.

Capita troppo spesso, in presenza di notizie di presunti reati, di essere letteralmente “processati” da giornali e siti e poi, magari, vedere archiviata la propria posizione in tribunale. “Sbatti il mostro in prima pagina” ha rovinato troppe vite e troppe famiglie ed è giusto porre un argine. Ma, si badi bene, la norma non vieta l’analisi delle informazioni provenienti dalle Procure, impedisce esclusivamente il copia e incolla delle intercettazioni. Solo così può dirsi equilibrato il diritto all’informazione e il rispetto dei diritti individuali.

Per fortuna esiste un giornalismo sano, che analizza, commenta, spesso critica, anche aspramente, ma non emette sentenze di colpevolezza. Esiste invece un pessimo giornalismo che condanna senza appello al primo sospetto. E questo, in una società moderna e civile, è intollerabile. Un altro punto fondamentale è quello del diritto a essere informato correttamente. Un diritto che può essere esercitato pienamente solo con una promozione della formazione e dell’alfabetizzazione digitale. Il fruitore delle notizie, insomma, deve possedere gli strumenti per distinguere una notizia vera da una fake news.

Nella mozione approvata in Aula, però, abbiamo anche affrontato una serie di altre problematiche legate al mondo dell’editoria e del giornalismo, non solo il diritto di cronaca e la libertà di stampa. Abbiamo toccato, ad esempio, il tema della pirateria, su cui nei mesi scorsi abbiamo approvato un testo di legge a prima firma del presidente della commissione Cultura Federico Mollicone; quello delle edicole che stanno sparendo; dei problemi legati alla carta stampata le cui vendite diminuiscono da anni; dell’intelligenza artificiale che potrebbe sostituire la creatività dei professionisti dell’informazione; delle scuole di giornalismo ancora troppo scollate alla realtà delle redazioni; della formazione. Insomma, una visione a 360 gradi delle tematiche legate a una professione che, soprattutto con l’avvento delle nuove tecnologie, è divenuta sempre più complessa da governare e gestire ma che esecutivo e Parlamento, ognuno secondo le proprie competenze, hanno già cominciato a riformare.

*Deputato di FdI

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