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Mary Poppins è razzista. La follia del politicamente corretto declassa il film. Il motivo è risibile

Mary Poppins

L’ultima ridicola follia del politicamente corretto si abbatte su un mito di sempre,  Mary Poppins. E’ accusato nientemeno  di essere un film razzista. Almeno così sentenziano le menti del Consiglio britannico per la classificazione dei film, che ha appena cambiato le linee-guida per il grande classico del 1964. Da ora in poi per guardare la […]

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Mary Poppins

L’ultima ridicola follia del politicamente corretto si abbatte su un mito di sempre,  Mary Poppins. E’ accusato nientemeno  di essere un film razzista. Almeno così sentenziano le menti del Consiglio britannico per la classificazione dei film, che ha appena cambiato le linee-guida per il grande classico del 1964. Da ora in poi per guardare la pellicola delle avventure della bambinaia più “fatata” e dolce dell’immaginario collettivo i bambini dovranno  farlo con la supervisione di un adulto. Da film “per tutti”, infatti è stato “declassato” a film  “per accompagnati”. La mannaia del linguaggio inclusivo miete un’altra vittima illustre. Il motivo? Reggetevi forte…

Mary Poppins non più un film “per tutti”

E’ la parola “ottentotti” ad andare di traverso ai custodi dell’ortodossia. Il termine indica una tribù africana e nel film viene pronunciata due volte dal padre Ammiraglio, rivolta a dei ragazzini che si erano sporcati e avevano la faccia nera di fuliggine. Per le vestali della Commissione di vigilanza inglese tanto basta per qualificare il film come offensivo, razzista, discriminatorio e «stressante». Dunque, la più celebre tata della storia della fabulazione non è più adatta a tenere compagnia ai bambini. Andate a raccontarlo ai piccoli  di ieri e di oggi e, dopo lo stupore, penserebbero di trovarsi dentro una gabbia di matti.

Il temine “ottentotti” non piace al Consiglio britannico per la classificazione dei film

Che follia, che tristezza. Per i bambini che guadano, il termine “ottentotti” ha  «il potenziale di esporli a un linguaggio discriminatorio; o a un comportamento che potrebbero trovare stressante; o da ripetere senza rendersi conto del suo potenziale di offesa». Se quella parola fosse stata chiaramente condannata, spiegano al Consiglio, sarebbero stati più clementi nella classificazione: ma dato che non è così, Mary Poppins dovrà farsene una ragione. E’ il politicamente corretto, bellezza. Il termine incriminato fu coniato dai coloni olandesi per indicare le popolazioni Khoikhoi dell’Africa meridionale. Poi esteso a tutti gli africani. Un termine desueto ma che secondo il Dizionario di Oxford  è «generalmente considerato arcaico e offensivo». Non si guarda al fatto che nel film proprio il personaggio dell’Ammiraglio, che lo adopera due volte, è messo alla berlina. Caratterizzato come una figura ridicola e dai modi obsoleti he i due ragazzini raggirano con disinvoltura. Insomma, siamo in una favola, eppure il film è stato “espulso” dalle pellicole che i più piccolo possono visionare da soli.

Mary Poppins compie 60 anni: un compleanno funestato dalla follia del politicamente corretto

Un triste compleanno per Mary Poppins.  La nuova classificazione è stata infatti decisa per la riprogrammazione nei cinema in occasione del sessantesimo anniversario. Le occhiute commissioni che decretano la vita e la morte di capolavori non si fermano. Biancaneve, il bacio dei principi azzurri, i gialli di Agatha Christie, la storia, tutto nel calderone. Cancel culture e wokismo sono i nuovi diktat. Nonostante i flop alla Disney delle varie pellicole rivisitate in chiave gender, i diktat dell’ideologismo proseguono senza essere minimamente sfiorati dalla sana ebrezza del dubbio e dal senso del ridicolo. Per questo andremo subito a rivedercelo “Mary Poppins”. E non accompagnati…

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