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Eitan, dopo il risarcimento restano nel processo i parenti

PAVIA. L’uscita dal processo del piccolo Eitan, unico sopravvissuto alla strage della funivia del Mottarone, è stato il primo passaggio formale dell’udienza preliminare che si è svolta ieri a Verbania. Il bambino è stato risarcito con oltre 3 milioni di euro e il suo legale, l’avvocato Fabrizio Ventimiglia, ha revocato la costituzione di parte civile. Restano in piedi, a questo punto, ancora dieci richieste di risarcimento del danno nel procedimento in corso, a carico di otto persone ritenute dalla procura responsabili della strage della funivia, costata la vita a 14 persone, e tra queste ci sono quelle presentate dagli zii paterni del bambino, Aya Biran e Or Nirko, di Travacò, e dai familiari del ramo materno che vivono in Israele. A cominciare dal nonno materno di Eitan, Shmuel Peleg, che nel settembre del 2021 rapì il nipote per portarlo in Israele, e che ieri, come nella prima udienza, era presente in aula a Verbania.

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Già risarciti

Sia gli zii di Travacò (nella cui casa Eitan è collocato con un tutore, l’avvocato Andrea Cascio di Monza), sia i familiari di Israele, sono inclusi nelle 93 parti civili che hanno già ottenuto risarcimenti da Leitner, la società che si occupava della manutenzione dell’impianto, e da Reale Mutura, l’assicurazione di Ferrovie del Mottarone. L’entità dei risarcimenti - comunque parziali - per i parenti di Eitan, che nella strage ha perso la mamma Tal Peleg, il papà Amit Biran, i fratellino Tom di due anni e i bisnonni, non è nota, ma ammonterebbe a qualche centinaio di migliaia di euro a testa. La cifra complessiva di tutti i risarcimenti, per tutti i parenti delle 14 vittime, oscilla invece tra i 25 e i 30 milioni di euro.

Le cifre dai legali

Di cifre dei risarcimenti ha parlato al termine dell’udienza l’avvocato Federico Cecconi, capo del pool difensivo della società altoatesina. «Noi abbiamo risarcito – ha spiegato – la totalità dei soggetti individuati come persone offese e danneggiate, quindi tutte le 78 parti. C’è stata poi un’ulteriore forma di integrazione di soggetti rientranti nel novero dei prossimi congiunti così da arrivare a 93 persone fatte oggetto di definizione compositiva».

«Sono morte 14 persone»

L’avvocato ha aggiunto che sono state risarcite per «danni che noi riteniamo non avere in alcun modo posto in essere noi, ma che ritenevamo corretto nella posizione in cui ci troviamo fare oggetto di anticipata definizione, fermo restando che poi noi certamente ci rivarremo nei confronti di quelli che riteniamo essere i responsabili». Alcuni legali delle parti civili hanno ricordato che «nell’incidente hanno perso la vita 14 persone» e che i risarcimenti riguardano «il danno da legame parentale, ma non tutto il danno». «Alla fine i condannati siamo noi, perché la nostra vita non c’è più», ha dichiarato Vincenza Minutella, la mamma di Silvia Malnati, una delle 14 vittime del Mottarone. Le decisioni sull’ammissione delle parti civili al processo per la tragedia della funivia saranno comunicate nell’udienza già fissata per il 12 marzo, alle 10.

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