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I segreti dei recenti successi dell'anti-aerea ucraina contro i jet della Russia



Quanti velivoli ed elicotteri russi o ucraini siano davvero stati abbattuti durante due anni di guerra non è noto. La propaganda da ambo le parti fa il suo mestiere ed è quindi complicato sapere se quelli dichiarati siano abbattimenti avvenuti in azione di combattimento o meno, se durante i trasferimenti oppure in incidenti. Fatta questa premessa, tra le ultime azioni raccontate dagli ucraini c’è stata quella avvenuta la notte del 27 febbraio, quando l’esercito russo ha lanciato almeno sei missili di vario tipo e fatto decollare 13 droni Shahed verso obiettivi ucraini. Per contrastare l’attacco hanno agito velivoli, unità missilistiche antiaeree dell'Aeronautica di Kiev, postazioni mobili con le relative attrezzature per la guerra elettronica, risorse che – sempre stando alle dichiarazioni di parte ucraina – avrebbero distrutto due dei missili guidati Kh-59 e 11 dei 13 Shahed rilevati nei cieli delle regioni di Kharkiv, Sumy, Dnipropetrovsk, Kirovohrad e Khmelnytskyi. La settimana prima, il 21 febbraio, era stato abbattuto anche un bombardiere Su-34, come ha detto il comandante dell'aeronautica delle forze armate ucraine, il tenente generale Mykola Oleschuk, a poche ore dall’abbattimento di un secondo aereo radar russo A-50 dopo quello colpito in gennaio sul Mar d’Azov. Inoltre, nello stesso periodo sarebbero stati distrutti sette Su-34 e due Su-35. Tornando indietro con il registro delle dichiarazioni ucraine, il 19 febbraio, il comandante in capo dell'aeronautica militare Oleksandr Syrsky aveva riferito dell'abbattimento di un altro cacciabombardiere Su-34 e di un caccia Su-35S. In totale, l’Ucraina avrebbe abbattuto 11 velivoli dall’inizio dell’anno dei quali uno al giorno negli ultimi dieci, per un totale di 342 aerei e 325 elicotteri dall’inizio del conflitto. L’Ucraina secondo le fonti disponibili avrebbe perso 70 velivoli nel solo 2022; altri 49 l’anno successivo. Probabilmente numeri errati, le cifre non possono essere verificate in modo indipendente, peraltro la Russia non commenta né diffonde altrettanti proclami. L’analisi degli eventi basata sulla disponibilità di armi porta a pensare che i frequenti abbattimenti russi siano dettati essenzialmente da tre fattori.

Primo: la Russia usa la forza aerea con una certa regolarità mentre Kiev ha risparmiato quella rimanente dagli scontri del 2022 e attende gli F-16 e, forse, anche i Mirage 2000D.

Secondo: la Russia è carente di sistemi di protezione dei suoi mezzi aerei, sia per motivi tecnologici, sia per ragioni culturali. Le ultime azioni militari russe prima del febbraio 2022 erano di tipo asimmetrico (Siria), e non vedevano i militari affrontare un nemico tecnologicamente dotato.

Terzo, il fattore armamenti: l’effetto della disponibilità di sistemi radar per l’intercettazione precoce e di missili Patriot, quella di lanciatori spalleggiabili Stinger, i cannoni antiaerei leggeri Zu-23 e il fatto che l'Ucraina è disposta a schierare (e rischiare) i lanciatori Patriot posizionandoli vicino alla linea del fronte per rilevare e abbattere le minacce molto prima che queste entrino nell’area del bersaglio. Il rischio, ovviamente, è quello che dopo ogni abbattimento, qualora le postazioni non vengano fatte sparire, esse vengano distrutte o passino nelle mani del nemico.

Sergiy Nayev, comandante delle forze congiunte delle forze armate ucraine, ha recentemente dichiarato alla stampa specializzata: “La situazione attuale dei sistemi di difesa aerea portatili e per i gruppi mobili è che ci sono abbastanza munizioni per resistere ai prossimi attacchi, ma nel medio e lungo termine abbiamo bisogno dell'aiuto dei paesi occidentali per ricostituire le scorte missilistiche, poiché i russi "vogliono davvero indebolire il nostro sistema di difesa aerea. Ma il nostro tasso di efficacia era di circa il 90%”. Uno dei limiti degli Stinger, tuttavia, è il loro metodo per seguire il bersaglio basato su raggi infrarossi, che viene ingannato quando i russi usano missili che rilasciano flares (razzi esca incandescenti) che attirano su di loro lo Stinger.

Come funziona il sistema Patriot

Il Patriot, traducibile in Patriota ma in realtà sigla di Phased Array Tracking Radar to Intercept On Target – sistema radar per il tracciamento e l’intercettazione dei bersagli - è nato negli anni Sessanta ed è stato riprogettato più volte per aggiornamento. Al momento il problema occidentale è la loro produzione, troppo lenta per i desideri ucraini e le ritrovate necessità della Nato, sia dei razzi da lanciare, sia dei sistemi radar mobili, vero cuore del sistema. Essi, infatti, comprendono quattro funzioni operative: la comunicazione tra le unità e il centro comando, il controllo, la sorveglianza con il sistema An/Mpq-53 o -65 (portata circa 100 km e capacità di seguire fino a cento bersagli contemporaneamente) e la guida del missile. Chiave del radar sono le caratteristiche del fascio di onde radio emesse, molto stretto e rapido nel cambiare direzione, che gli permette di scoprire e seguire bersagli come aeroplani dotati caratteristiche antiradar o oggetti che si spostano molto velocemente come i missili. La trasmissione cambia frequenza operativa repentinamente per non essere tracciata da missili antiradar mentre la forma del sistema d’antenna e i filtri digitali del ricevitore sono tali da limitare l’efficacia delle contromisure elettroniche.

Tra le funzioni comuni a questo tipo di radar, quella in grado di interrogare risponditori automatici presenti su elicotteri e aeroplani per determinare se siano o meno civili oppure minacce. A calcolare gli algoritmi per intercettare e seguire i bersagli è il computer Wcc, non particolarmente rapido nel calcolo ma molto stabile e composto da più processori che agiscono contemporaneamente. Fondamentale è poi la rete radio tra le batterie e i centri di comando e controllo, particolarmente robusta per resistere a impulsi tipici delle azioni di guerra elettronica. In pratica tra i centri di controllo, i radar e i lanciatori si crea una rete dati di comunicazione chiusa e controllata dalle stazioni degli operatori (Ms-3).

Infine, possono essere lanciati otto differenti tipi di missile dal costo che varia tra 1 e 3 milioni di dollari secondo la variante: Standard (anti-aerea), Asoj e Sojc (si dirige verso le emittenti di segnali di disturbo), Pac-2, -2 Gem, Gem/C e /T (anti missili balistici) e Pac-3 (con radar interno di ricerca attiva che ne aumentano la letalità contro i missili balistici). Ogni missile in variante Pac-2 è lungo 531 cm, pesa 900 kg ed è spinto dal motore a propellente solido fino a una velocità che arriva a 5 volte quella del suono (al livello del mare). Ogni tubo di lancio contiene 4 missili (nel caso Pac-3) e ogni lanciatore comprende 16 colpi. Tra i vantaggi rispetto ad altre armi simili, non hanno bisogno di procedure per la conservazione negli arsenali né per lo schieramento. L'intera batteria Patriot può essere smontata e cominciare a muoversi da una posizione di fuoco a un’altra in trenta minuti, tornando operativo in meno di un’ora dall’arrivo nella nuova postazione.

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