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Padova, donne in piazza: «Basta femminicidi, ci vogliamo vive»

Le donne tornano in piazza, tornano per strada a gridare la voce di tutte, ma soprattutto delle sorelle che non ci sono più, uccise dagli ex partner. Ancora una volta al Portello di Padova, nella stessa piazza che ha dato il via – lo scorso novembre – ad una manifestazione di 10 mila persone dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin, la ventiduenne uccisa dall’ex fidanzato Filippo Turetta.

Basta femminicidi

Giovedì 29 febbraio hanno risposto all’appello delle Donne in Nero e del collettivo Squeert quasi 1500 persone. Si sono ritrovate di nuovo piene di rabbia e dolore perché in meno di ventiquattro ore (martedì scorso) ci sono state altre due vittime di femminicidio: Sara Buratin, uccisa dall’ex compagno Alberto Pittarello, ritrovato nel Bacchiglione, dove si è suicidato buttandosi con il suo furgone a Bovolenta e Maria Batista Ferreira, una donna di origini brasiliane uccisa in provincia di Lucca dal marito Vittorio Pescaglini.

Entrambe sono state accoltellate dalla furia di due uomini. E le donne e hanno urlato: «Ci vogliamo vive e libere».

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Il corteo

Il corteo è partito intorno alle 19.30, imboccando da porta Portello via Belzoni con fischietto, tamburi e campanacci.

«Il femminicidio è un "omicidio di stato" - hanno urlato - Da novembre, dopo la morte di Giulia Cecchettin, la manifestazione a Padova - il 20 novembre - è quella a Roma - il 25 novembre - non è cambiato nulla. Niente educazione sentimentale nelle scuole, niente fonti ai centri centro anti violenza : questo governo non vuole fare nulla. Dicono sia il tempo per pregare, ma secondo noi di tempo ne è passato già tanto. L’ unica risposta è protestare. Se non lo facciamo noi non lo farà nessuno».

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In nome della manifestazione al Portello, la sorella di Giulia, Elena, ha rotto il silenzio social per postare sulla sua pagina Instagram un appello a partecipare: «Basta, scendiamo in piazza», ha scritto condividendo il post di Non una di meno e del collettivo Squeert, organizzatori del ritrovo a Porta Portello. Le donne che hanno chiamato a raccolta la città hanno lanciato un invito-appello : «Quello di Sara Buratin è il secondo femminicidio di questa settimana, il 15esimo dall’inizio dell’anno. È arrivato il tempo di fermare tutto. Vogliamo educazione alla relazione tra i giovani, vogliamo risorse per i centri anti violenza che accolgono le vittime - mentre oggi ricevono 1 euro per ogni donna - e vogliamo un reddito per le donne perché siamo economicamente indipendenti».

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