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Delitto di Paderno, il diciassettenne che ha ucciso Bledar era vittima di un ricatto

Delitto di Paderno, il diciassettenne che ha ucciso Bledar era vittima di un ricatto

È proseguito per tre ore l’interrogatorio al ragazzo che ha ucciso Bledar Dedja: voleva uscire da un gioco più grande di lui

Tre ore di interrogatorio, in una stanza del carcere minorile di Treviso per rispondere alle domande del pubblico ministero Giovanni Parolin e ricostruire nei dettagli i rapporti con la vittima.

È ripreso nel pomeriggio del 29 febbraio alle 15, l’interrogatorio al diciassettenne di Pieve del Grappa accusato di aver ucciso il giardiniere albanese Bledar Dedja.

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Tre ore di interrogatorio

Il giovane ha spiegato per tre ore dove, come e quando ha conosciuto il 39enne di origine albanese. Ha spiegato come con lui si sono sviluppati i rapporti: dal primo incontro in un locale della provincia di Treviso dove Dedja lavorava come giardiniere e dove lui c’era finito per adempiere a un progetto di alternanza scuola lavoro all’ultimo appuntamento di sabato 20 gennaio, deciso da “Grindr”, un’app d’incontri per gay simile, non soltanto per assonanza ma anche per funzionamento, al più celebre Tinder. Cos’ha spinto il 17enne, reo confesso, a uccidere il giardiniere albanese? Potrebbe essere stato un ricatto che si trascinava da tempo? La consapevolezza di essere finito dentro ad un gioco più grande di lui - quello degli incontri sessuali con il giardiniere - da cui voleva uscirne in qualche maniera?

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È quanto ha spiegato al pubblico ministero Parolin il giovane (difeso dall’avvocato Elisa Berton) che fin dal primo momento ha intrapreso il percorso della massima collaborazione con gli investigatori. Già nel corso della prima parte dell’interrogatorio, avvenuto lunedì scorso al tribunale dei minori di Mestre, il giovane aveva spiegato nei dettagli com’era entrato in contatto con il giardiniere albanese il giorno del delitto.

La mattina di quel 20 gennaio

La mattina del 20 gennaio, il minorenne e il giardiniere avevano inserito i propri dati su “Grindr”. Era stata poi l’app, che si basa sulla geolocalizzazione degli utenti, a incrociare i profili di Bledar e della minorenne e a proporre il contatto.

Attraverso la piattaforma, poi, i due si sono accordati per trovarsi nel pomeriggio in piazza a Paderno. Da qui, a bordo dell’auto del giardiniere albanese, si sono spostati nel boschetto di via Colli, dove avrebbero dovuto consumare un rapporto sessuale.

Nel cellulare usato da Bledar per gestire la vita parallela a quella “ufficiale”, scoperta dalla stessa moglie un paio d’anni prima, dopo aver ingaggiato un investigatore privato, i militari dell’Arma hanno trovato la genesi di quell’appuntamento. Pare che il giovane avesse riconosciuto Bledar. Mentre lui aveva inviato proprie foto senza però mostrare il volto. Perché allora portare il coltello con sé all’appuntamento?

Per mettere probabilmente fine ad un ricatto e per uscire da un gioco che lo stava ormai travolgendo.

Il giovane ha anche confermato agli inquirenti il luogo dove ha gettato il coltello usato per uccidere Bledar nel boschetto di via Colli a Paderno. All’inizio dell’approccio, nel boschetto di via Colli, dove i due si sono appartati, dopo che Bledar aveva calato pantaloni e mutande, è avvenuto l’omicidio. La vittima girava le spalle al suo giovane assassino quando sono partiti i fendenti, una quindicina di coltellate, al collo e alla schiena, che sono risultate fatali.

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