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Basket A2, Fabi avverte Udine: «Sarà una gara tosta, abbiamo bisogno di punti salvezza»

UDINE. Apu, attenta alla legge dell’ex. Nella Fortitudo Agrigento che sabato, alle 19, ospita i bianconeri c’è anche l’italo-argentino Agustin Fabi, a Udine nella stagione 2019/2020 stoppata dalla pandemia.

Fabi, nel frattempo diventato papà, è arrivato in Sicilia un mese fa, dopo aver iniziato la stagione a Casale Monferrato, e vorrebbe far ballare il tango ai friulani.

Fabi, com’è stato il primo impatto con Agrigento?
«Qui sto molto bene, conoscevo già molti compagni e anche il nuovo coach Calvani, che mi ha allenato a Reggio Calabria. Perciò l’adattamento è stato breve e anche se la classifica non ci sorride, sono contento».

Ritrova l’Apu, come la vede?
«È una squadra quadrata, completa. Ha esterni di talento, capaci di creare gioco, e lunghi che sanno passare la palla. Questo mix la rende una fra le favorite per la promozione».

La sua stagione udinese non fu fortunata, fra infortuni e pandemia. Ha rimpianti?
«Pochi, il covid fermò tutto proprio mentre stavo per rientrare dopo i problemi alla schiena. Avevamo trovato gli equilibri giusti, eravamo in fase di rilancio e potevamo arrivare in fondo. Non sapremo mai come sarebbe andata a finire».

Che partita si aspetta sabato sera?
«Tosta. Noi abbiamo bisogno di punti, senza guardare in faccia a chi affrontiamo. Mi aspetto un’Apu concentrata e pronta a fare una partita solida. Abbiamo motivazioni diverse, ma stessa voglia di vincere».

Credete alla salvezza diretta o pensate già ai play-out?
«In questo momento cerchiamo delle vittorie e basta. Il sogno è evitare i play-out, la realtà ci dice che dobbiamo iniziare a vincere».

Di lei dicono che è bravo ma fragile. Cosa risponde?
«In carriera ho avuto infortuni molto simili, ma ora ho risolto i problemi alla schiena e sto bene. In 17 anni di carriera ho sempre giocato 30’ di media, se c’è uno fragile non sono io. Ognuno dica ciò che vuole, io so come mi alleno e cosa faccio».

In carriera ha avuto anche Vertemati come coach. Che ricordi ha?
«Adriano l’ho avuto prima alle giovanili della Benetton, poi nell’anno a Treviglio. Lo stimo, è un gran lavoratore. Di lui ho solo bei ricordi, possono solo parlarne bene».

Del ds Gracis cosa ci dice?
«È stato un giocatore intelligente, qualità che gli riconosco anche da dirigente. Sa fare le squadre e vivere le stagioni, avevamo un gran rapporto».

A Udine c’è anche il suo connazionale Delia.
«Con Marcos ho giocato nelle selezioni giovanili argentine. È un lungo atipico, sa giocare a basket ha timing e aiuta la squadra. Giocatore completo».

Cosa teme dell’Apu?
«La profondità della rosa, ha tante alternative valide. Conosco bene Caroti e Monaldi, miei compagni a Reggio, ma anche Gaspardo, eravamo assieme nella foresteria del vivaio Benetton». —
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