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Bimba maltrattata a Ronchi: sul suo corpo i genitori avevano già notato dei lividi

Bimba maltrattata a Ronchi: sul suo corpo i genitori avevano già notato dei lividi

La testimonianza resa dai familiari della piccola dopo l’avvio dell’indagine

RONCHI Ignari di quanto stesse accadendo, apprendendo delle misure cautelari ai domiciliari disposte nei confronti delle due maestre della scuola per l’infanzia di Ronchi dei Legionari, i genitori devono aver ricordato qualcosa.

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Compresa cioè la ricostruzione fatta dai carabinieri dei maltrattamenti alla loro bambina, affetta da disabilità cognitiva, il preoccupante collegamento dev’essere balzato alla loro mente. Con la prepotenza di un “campanello d’allarme” forse rimasto sottotraccia e sottaciuto. Il fatto è che la coppia aveva avuto modo di notare che la figlioletta aveva lievi lividi. Come mai quei piccoli segni, cos’è accaduto? Gli immediati interrogativi che sicuramente i genitori si sono posti.

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Una circostanza che andava chiarita, tanto che la coppia si era presentata autonomamente alla scuola dell’infanzia per poter incontrare le maestre. I genitori, infatti, avevano quindi dato conto di quanto riscontrato, proprio per capire la natura, e quindi le modalità con le quali la figlioletta avesse riportato i segni. Tuttavia, rispetto al particolare notato, i genitori avevano ricevuto inequivocabili rassicurazioni. Insomma, nulla di che temere, la piccola era a posto, andava tutto bene. Un aspetto non meglio chiarito rispetto a quando ciò si è verificato, se proprio mentre i carabinieri stavano procedendo con le indagini o in momenti pregressi. Comunque sia, un episodio superato da risposte tranquillizzanti, al quale quindi non attribuirne alcuna importanza.

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Eppure le stesse insegnanti, quella di sostegno, di 29 anni, e la titolare cinquantenne alla quale è sempre stata riconosciuta una consolidata e apprezzata esperienza, hanno rappresentato un valido riferimento nella scuola dell’infanzia motivo anche per attrarre le iscrizioni dei bambini.

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Tra le famiglie, la notizia delle misure cautelari ha generato una decisa sorpresa. Insegnanti così stimate, com’era possibile? Un genitore lo ha attestato espressamente nell’affermare di aver iscritto sua figlia alla materna proprio perché conosceva bene la maestra della sezione. L’intera comunità è stata profondamente scossa, incapace di realizzare ciò che venuto alla luce dalle verifiche inquirenti. Resta evidente la presunzione di innocenza rispetto ai presunti maltrattamenti, indiziari in questa fase di indagini preliminari, ma anche rispetto al sistema di diritto che prevede comunque tre gradi di giudizio in ordine all’accertamento delle presunte responsabilità.

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Nel frattempo le due maestre restano agli arresti domiciliari, disposti dal Gip in ragione del pericolo di reiterazione del reato, nell’aver accolto la richiesta della Procura. Gli interrogatori di garanzia, affiancate dai difensori, sono previsti entro questa settimana.

L’indagine dei carabinieri è partita nell’immediatezza, ossia in urgenza, lo scorso dicembre, a seguito di una segnalazione proveniente dall’interno della scuola. Dopo una prima raccolta di testimonianze, i militari sono stati autorizzati dall’Autorità giudiziaria ad installare le telecamere all’interno dei locali della struttura scolastica comunale, monitorando la situazione per diversi mesi.

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Fino allo scorso lunedì, quando i carabinieri si sono presentati alle 6.30 alle abitazioni delle maestre, nel dare esecuzione all’ordinanza del Gip circa la misura cautelare.

Un’indagine accelerata e d’urgenza, per la quale in particolare proprio in forza dei filmati videoregistrati gli inquirenti hanno rilevato i «gravi indizi» circa il comportamento delle insegnanti, riferendo di «violenze fisiche e psichiche», come «schiaffi, strattoni, urla, grida, finanche improperi», e «spessissimo davanti agli altri bambini».—

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