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Nuovo appello di Woman Life Freedom per chiedere l’esclusione dell’Iran dalla Biennale di Venezia

Nuovo appello di Woman Life Freedom per chiedere l’esclusione dell’Iran dalla Biennale di Venezia

“Perché un’importante istituzione come La Biennale di Venezia si presta a legittimare” l’Iran, ovvero “la delegazione di un regime dittatoriale che da 45 anni censura ogni espressione artistica?”. L’appello di protesta, proprio mentre viene contestato l’analogo invito a Israele, è stato rilanciato da Woman Life Freedom Europe e Woman Life Freedom Italy. Il movimento, composto […]

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“Perché un’importante istituzione come La Biennale di Venezia si presta a legittimare” l’Iran, ovvero “la delegazione di un regime dittatoriale che da 45 anni censura ogni espressione artistica?”. L’appello di protesta, proprio mentre viene contestato l’analogo invito a Israele, è stato rilanciato da Woman Life Freedom Europe e Woman Life Freedom Italy. Il movimento, composto da artisti e difensori dei diritti umani, si batte da mesi perché la Repubblica Islamica dell’Iran sia esclusa dalla manifestazione a causa degli “atti di violenza disumani e indescrivibili” che continua a perpetrare “specialmente contro le donne, contro i giovani che osano protestare pacificamente e contro gli artisti che non si allineano al regime”. Il documento è stato sottoscritto da numerose personalità iraniane (e non solo) della cultura, dell’arte, del cinema e della musica: da Marjane Satrapi e Shirin Ebadi a Marco Bellocchio e Nanni Moretti.

Il primo appello era stato lanciato a ottobre scorso, ora la conferma dell’invito. “È con grande stupore e rammarico”, si legge nella lettera che l’associazione ha inviato a tutti i rappresentanti istituzionali, “che abbiamo appreso dal sito della Biennale di Venezia che, contrariamente a quanto da Voi annunciato ad ottobre, la Repubblica Islamica dell’Iran sarà presente tra le partecipazioni nazionali con un curatore e un artista scelti dal regime iraniano”. Una scelta che condannano chiedendo una presa di posizione ufficiale al presidente della Biennale di Venezia Roberto Cicutto, al direttore generale della Biennale Andrea Del Mercato, al Consiglio di Amministrazione della Biennale – Luigi Brugnaro, Luca Zaia, Claudia Ferrazzi -, nonché alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, al Ministro Affari Esteri Antonio Tajani, al ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, al presidente Commissione Cultura della Camera dei Deputati Federico Mollicone, al sindaco di Venezia Luigi Brugnaro. “Nel pieno del terrore”, continua Woman Life Freedom, “a nome degli artisti dissidenti e degli artisti indipendenti, e del popolo iraniano perseguitato, chiediamo di dare un segnale forte e chiaro alla comunità internazionale, con una voce autorevole che annulli la partecipazione dell’Iran e degli artisti asserviti al regime alla Biennale Arte di Venezia 2024”.

Il movimento ha quindi rievocato quello che sta succedendo in Iran in queste settimane e l’apparente condanna da parte delle istituzioni (italiane e non solo). “Dall’omicidio di Mahsa Amini (16 settembre 2022), il governo Italiano, come tanti altri Paesi e istituzioni democratiche, ha preso le distanze e ha evitato gli incontri governativi con il regime iraniano o qualsiasi loro partecipazione ufficiale in Italia”. E continuano: “Perché un’importante istituzione come La Biennale di Venezia si presta a legittimare la delegazione di un regime dittatoriale che da 45 anni censura ogni espressione artistica? Con questa presenza La Biennale si fa complice di un governo criminale e sanguinario. Ora più che mai è necessario prendere una posizione netta e chiara contro il regime della Repubblica Islamica dell’Iran, con chi ha le mani sporche di sangue. Questo regime non può e non ha più il diritto di rappresentare il popolo iraniano e gli artisti iraniani”. E rievocando il titolo proprio della prossima edizione della Biennale “Stranieri ovunque”, concludono: “Stranieri ovunque siamo noi, costretti a lasciare il nostro Paese.”

L’appello è stato sottoscritto da importanti personalità del mondo culturale. Iraniano e non solo. Tra questi l’artista iraniana Shirin Neshat, la regista Marjane Satrapi, l’avvocata Shirin Ebadi (premio Nobel per la pace 2003), i registi Marco Bellocchio e Nanni Moretti, gli artisti Joseph Kosuth e Alberto Biasi, i musicisti Paolo Fresu, Davide Toffolo, Franco Piersanti, i registi Francesca Archibugi, Daniele Luchetti, Giulio Manfredonia, Marco Simon Puccioni, Ferdinando Vicentini Orgnani, Paolo Virzì, gli sceneggiatori Francesca Marciano, Sandro Petraglia, Stefano Rulli, gli scrittori Gabriella Caramore, Mariolina Venezia, Marcello Fois, Diego De Silva, i curatori Luca Massimo Barbero e Chiara Bertola.

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