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Preghiere nei centri islamici di Monfalcone, via al confronto con il Comune

Preghiere nei centri islamici di Monfalcone, via al confronto con il Comune

foto da Quotidiani locali

MONFALCONE. La lettera è stata inoltrata ieri, via Pec, al Comune. L’avvocato Vincenzo Latorraca ha proceduto in esecuzione del decreto del presidente del Consiglio di Stato, Carlo Saltelli, in ordine alla sospensiva delle ordinanze circa il sovraffollamento e le questioni urbanistiche del Comune, previo accordo tra le parti, ai fini della gestione dei flussi ai centri islamici di via Duca d’Aosta e via Don Fanin. Comunicazione nella quale viene rappresentata la disponibilità delle associazioni Darus Salaam e Baitus Salat a regolare ingressi e uscite in sicurezza, facendo riferimento alla perizia commissionata ad un tecnico, depositata in atti sia al Tar che al Consiglio di Stato, comunque aperti alle indicazioni che potrà fornire il Comune. Dunque, la missiva, firmata dai rispettivi referenti dei due centri Bou Konate e Rejaul Haq, è stata consegnata in attesa di riscontro.

Si guarda all’inizio del Ramadan

Le associazioni confidano di poter definire questo passaggio con il Comune entro la prossima settimana, a ridosso dell’avvio del Ramadan, previsto il 10 marzo, e che durerà circa un mese. Nel decreto pronunciato dal presidente Saltelli è precisato che «dovranno essere adottate, previo leale confronto tra le parti, tutte le iniziative e le misure adeguate e idonee ad evitare ogni possibile pericolo all’incolumità di cose o persone».

Sospensione provvisoria

Il presidente Saltelli ha accolto l’istanza sospendendo provvisoriamente l’ordinanza del Comune impugnata dalle associazioni culturali islamiche, così come il provvedimento impugnato in primo grado, con il quale invece il Tar ne aveva disposto il rigetto. Un decreto emesso sostanzialmente per ragioni di «estrema gravità e urgenza, tale da non consentire neppure la dilazione fino alla data della Camera di consiglio, essendo in discussione delicate questioni in tema di libertà di culto e stante l’approssimarsi del periodo del Ramadan».

Le attività proseguono

Le associazioni hanno spiegato che nel frattempo nei centri proseguono le consuete attività, come il doposcuola per i bambini e ragazzi, corsi di bengalese e della lingua araba. I termini della perizia tecnica commissionata da Darus Salaam e Baitus Salat in fatto di numeri prevedono che la sede di via Duca d’Aosta è in grado di garantire la presenza, e quindi l’esodo, per un massimo di 300 fedeli, quella in via Don Fanin fino ad un tetto di 50.

Condizioni di sicurezza concordate

Il presidente onorario del centro Darus Salaam, Bou Konate, ieri ha osservato: «È stata inviata la lettera dal nostro avvocato, aspettiamo di concordare con il Comune le condizioni di sicurezza e poi andremo in sede a pregare. La nostra struttura, che presenta anche una parte scoperta, possiede uscite di emergenza adeguate e zone sicure. Rispetto alle esigenze di preghiera, saranno stabilite le turnazioni. Per quanto riguarda il Ramadan, la preghiera è prevista ogni sera, ma l’affluenza in genere non supera i 170-175 fedeli. I giorni di festa sono i più importanti, come la fine del Ramadan e la festa del Sacrificio, ma anche Natale e Capodanno. Quindi si prega a turni, almeno tre se non quattro. Chiediamo al Comune cosa ne pensa della nostra proposta, e se darà indicazioni diverse vedremo come poter definire i relativi adeguamenti. Speriamo comunque di giungere alla conclusione la fine della prossima settimana».

Soddisfazione per la sospensiva

Sulla stessa linea Rajul Haq, del centro Baitus Salat. «Siamo felici dell’accoglimento della sospensiva da parte del presidente del Consiglio di Stato. La sede, in base alla nostra perizia, potrà contenere un massimo di 50 fedeli. Siamo quindi disponibili a rapportarci con il Comune al quale chiediamo di raggiungere un’intesa al più presto».

Rejaul Haq ha poi voluto esprimere la «massima solidarietà al sindaco Cisint per le minacce rivoltele. Non accettiamo in alcun modo e condanniamo questi comportamenti».

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