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Udine, raccolta dei rifiuti “casa per casa”: inchiesta per frode sull’appalto Net, 4 indagati

Udine, raccolta dei rifiuti “casa per casa”: inchiesta per frode sull’appalto Net, 4 indagati

Nel registro ci sono anche l’allora presidente e l’ex direttore generale. L’incarico fu affidato per 9,3 milioni all’azienda di Messina che tutt’ora gestisce l’attività in provincia per la società friulana

UDINE. Era stato accompagnato da polemiche e perplessità, come ogni provvedimento capace di mutare abitudine consolidate negli anni.

L’esordio del “casa per casa”, il sistema di raccolta differenziata dei rifiuti porta a porta, aveva monopolizzato (o quasi) il dibattito politico e fatto storcere il naso a tanti residenti in città.

Oggi, a distanza di cinque anni, la Procura accende i riflettori sul primo appalto che la Net spa aveva affidato alla Onofaro Antonino, azienda messinese che ancora oggi gestisce per conto della società friulana la raccolta delle immondizie.

Sul tavolo del procuratore aggiunto Claudia Danelon è aperto da qualche giorno un fascicolo: l’ipotesi di reato è frode nelle pubbliche forniture e nel registro degli indagati figurano il presidente dell’epoca, Alessandro Cucchini, 61 anni, l’allora direttore generale, Massimo Fuccaro (60, assistito dall’avvocato Emanuele Sergo), il direttore dei servizi operativi Marco Botosso (sessantunenne, difeso dall’avvocato Maurizio Miculan) e il responsabile unico del procedimento di gara, Giampiero Zanchetta (61 anni, assistito dall’avvocato Giovanni Di Lullo).

Gli avvisi di garanzia sono stati notificati agli interessati dai finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria, a cui la magistratura ha delegato le indagini.

A ieri non risultava notificato alcun atto, invece, ai legali rappresentanti della Onofaro Antonino.

La Procura mantiene il massimo riserbo sulle prime battute dell’indagine, focalizzata sull’appalto triennale da 9,3 milioni di euro per «l’affidamento del servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti urbani e assimilati, differenziati e indifferenziati, dei rifiuti conferiti e prodotti su parte del territorio comunale di Udine», come recitava l’intestazione del bando pubblicato nell’agosto 2019 da Net.

Ad aggiudicarsi la gara, come detto, fu l’azienda peloritana, con un ribasso del 6,67 per cento sull’importo fissato a base d’asta: la ditta siciliana superò la concorrenza di un’azienda piemontese.

L’indagine non è incentrata sulla procedura di gara in sé, quanto piuttosto sull’effettiva aderenza dei servizi erogati con quelli effettivamente elencati e dettagliati nel contratto stipulato tra le parti. La Procura, in sostanza, punta a verificare se ci siano state nell’esecuzione modifiche tali da intaccare la qualità del servizio pubblico fornito alla comunità.

Nelle sua fase d’esordio, il sistema fu effettivamente modificato in corso d’opera, rimodulando ad esempio la frequenza della raccolta di alcuni materiali e modificando le stesse modalità. Senza che questo tuttavia - è la convinzione fatta trapelare dai coinvolti nell’inchiesta - questo generasse un qualche vantaggio economico per le parti.

«Abbiamo piena fiducia nella magistratura – dice l’attuale presidente della Net, Luisa De Marco –. Confido che presto venga chiarito ogni aspetto di questa vicenda, nell’interesse dell’azienda e delle persone coinvolte».

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