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Acqua inquinata in Canavese, esposto in procura di Greenpeace e molti paesi a rischio

CINTANO

Greenpeace aveva lanciato l’allarme: l’acqua potabile di molti comuni piemontesi è contaminata da Pfas (sostanze poli e perfluoroalchiliche), sostanze cancerogene. Il tutto è documentato in un dettagliato dossier tecnico scientifico facilmente consultabile sul sito internet dell’associazione che è andata oltre alla divulgazione presentando esposti nelle procure territorialmente competenti di Torino, Ivrea, Alessandria e Novara.

«Chiediamo alla magistratura di prendere tutti i provvedimenti del caso per impedire che si continui a somministrare alla popolazione acque contenenti Pfas e per verificare se, considerato lo stato di inquinamento permanente di queste aree, sussistano le condizioni per ipotizzare i reati di disastro ambientale, e per omissione di atti d'ufficio conseguente il mancato rispetto della normativa sull'accesso agli atti» dichiara Giuseppe Ungherese, responsabile della campagna inquinamento di Greenpeace Italia parlando di «situazione fuori controllo» e di «Regione assente sul caso» . «Tutto questo è inaccettabile» conclude «i limiti attuali ci espongono a dosi pericolose di queste sostanze. Esiste, infatti, un evidente scollamento tra le preoccupazioni della comunità scientifica e il limite imposto dalle norme europee, pari a 100 nanogrammi per litro per la somma di 24 molecole, che entrerà in vigore solo nel 2026».

In Canavese il comune più colpito dal problema è Cintano : «Con i colleghi sindaci degli altri Comuni in cui sono state rilevate le concentrazioni più alte di questa componente- afferma la prima cittadina, Daniela Contini-, stavamo predisponendo una richiesta di chiarimenti alla Smat quando la stessa società ha mandato il comunicato stampa riportato dai mezzi d’informazione del quale ho provveduto ad informare i miei concittadini. Personalmente, ho piena fiducia nelle analisi effettuate dalla Smat, anche nella mattinata di venerdì 1 marzo stavano facendo delle campionature. Preferirei, però, conoscere i dati delle rilevazioni dagli enti competenti, Smat, Asl, Arpa, anziché venirne a conoscenza dagli organi di stampa».

Anche il sindaco di Agliè, Marco Succio, non è stato con le mani in mano: «Ho letto con attenzione qualche settimana fa il dossier che mi ha inizialmente allarmato. Ho pertanto preso contatti con l’autorità d’ambito per approfondire l’argomento. Dopo le preoccupazioni iniziali ho ricevuto ampie rassicurazioni, in quanto nonostante ad oggi non ci sia ancora nessun obbligo in tal senso, la Smat garantisce già dal 2018 un costante monitoraggio fornendo dati pubblici consultabili che non hanno mai portato al superamento delle soglie di rischio stabilite. Naturalmente provvederò a tenere alta l’attenzione su questo tema, al fine di garantire adesso e in futuro la tutela della salute dei nostri cittadini».

I dati consegnati a Greenpeace Italia da Smat - ente gestore del servizio idrico integrato per la Città metropolitana - indicano la presenza di uno Pfas specifico. È il cC6O4 o C6O4 prodotto in Italia solo da “Solvay specialty polymers” di Alessandria. Grennpeace sostiene che i paesi interessati siano almeno il quadruplo, tra questi Agliè, Baldissero Canavese, Cintano, Pavone. C’è un mistero da chiarire: come questa sostanza inquinante prodotta dalla Solvay di Alessandria sia arrivata nelle acque potabili di Torino e di altri comuni molto distanti.

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