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Dossieraggio, spiavano anche Urso, Lollobrigida, Fazzolari e Rampelli. Indagati tre cronisti del “Domani”

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Dossieraggio a carico dei politici. Tra le centinaia di interrogazioni alle banche dati riservate, considerate abusive e contestate al luogotenente della Guardia di finanza Pasquale Striano – scrive oggi il Corriere – molte riguardano esponenti del centrodestra. Oltre al ministro della Difesa Guido Crosetto, che ha denunciato la vicenda facendo scattare l’inchiesta, ci sono altri […]

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Dossieraggio a carico dei politici. Tra le centinaia di interrogazioni alle banche dati riservate, considerate abusive e contestate al luogotenente della Guardia di finanza Pasquale Striano – scrive oggi il Corriere – molte riguardano esponenti del centrodestra.

Oltre al ministro della Difesa Guido Crosetto, che ha denunciato la vicenda facendo scattare l’inchiesta, ci sono altri tre esponenti del governo in carica: i ministri delle Imprese Adolfo Urso e dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida,  e poi il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giovanbattista Fazzolari. E ancora il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli, mentre un altro nome sul quale il finanziere avrebbe interrogato i sistemi informatici in cerca di notizie è l’ex sottosegretario leghista Claudio Durigon. L’indagine è partita lo scorso agosto, quando la Procura di Perugia ha iniziato a interessarsi del caso di dossieraggio nei confronti di politici e altri personaggi in vista, emerso dopo una denuncia di Guido Crosetto a seguito di un articolo del Domani che riportava dati sensibili del ministro e accessibili solo a “persone autorizzate”.

Lo scopo? Una macchina del fango con il megafono dei giornali cui arrivavano le notizi4e riservate. Striano lavorava per il pm antimafia Antonio Laudati, ex procuratore capo a Bari ed ex inquisitore di Silvio Berlusconi nello scandalo delle escort di Tarantini. Oggi Il Giornale dà un’altra interessante notizia: “Nei sei mesi di indagine gli inquirenti guidati da Raffaele Cantone hanno individuato una serie di beneficiari delle notizie carpite da Laudati e dal suo sottufficiale di fiducia. Nell’invito a comparire inviato a Laudati come complice viene indicato solo Striano, mentre nell’invito notificato al finanziere compaiono tutti i nomi dei co-indagati. Tra questi ci sono anche dei giornalisti che avrebbero ricevuto dal finanziere gli atti «succhiati» al sistema della Dna. Gli unici nomi che trapelano (ma potrebbero esservene anche altri) sono tutti in forza al Domani, il quotidiano di proprietà di Carlo De Benedetti: Giovanni Tizian, Stefano Vergine e Nello Trocchia“.

E oggi il Domani difende i cronisti finito nel mirino della Procura di Perugia parlando di attacco al giornalismo di inchiesta e di intimidazione nei confronti di chi attacca il potere. Mentre Il Fatto, riferendo dell’inchiesta, precisa:  L’accusa di accesso abusivo è la più pesante: in totale nei quattro capi di imputazione che riguardano Laudati e Striano la procura contesta ben 319 ricerche su nominativi di persone e società. Alcune di queste ricerche riguardano una contestazione specifica per Laudati, ossia quella di aver attivato un dossier per interesse personale.

 

 

 

 

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