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Esami e ricoveri saltati per il Covid: dalla Regione arrivano a Mantova solo briciole

Più di 53mila ricoveri e più di settemila di visite ambulatoriali. Una marea di prestazioni sanitarie prenotate e non erogate in Lombardia nel periodo dell’emergenza Covid dal 2020 al 2022 e ancora in lista di attesa al 31 dicembre 2023. Nei confronti di questa imponente mole di arretrato, Regione Lombardia ha approntato un piano di rientro da portare a termine entro l’anno. Sui ricoveri intende recuperarne poco meno della metà, per visite ed esami la stima è di arrivare a mettersi in pari.

I fondi

Il piano di rientro è fissato nella delibera della giunta regionale del 26 febbraio. Sul piatto Palazzo Lombardia mette quasi 51 milioni di euro: 28 milioni e 625mila agli enti erogatori pubblici, 22 milioni e 275mila ai centri sanitari privati convenzionati.

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Ma di questi soldi a Mantova arriverà poco o nulla perché, stando a quando si legge nella delibera, da recuperare negli anni del Covid non c’è praticamente nulla. Miracolo a Mantova? Non si direbbe, a giudicare dalle ultime rilevazioni sui tempi di attesa negli ospedali dell’Asst.

Privati mantovani a secco

Regione Lombardia chiama ancora una volta a raccolta i privati convenzionati per dare una mano a snellire le liste di attesa, che anche negli ospedali pubblici mantovani sono piuttosto lunghe. Lo fece anche l’anno scorso, quando l’Ats chiese 26mila prestazioni in più per il Mantovano da assegnare ai privati convenzionati.

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E quest’anno quanti di quei 22 milioni andranno alle strutture sanitarie private accreditate della provincia di Mantova per snellire le liste di attesa? Zero. Alla direzione generale del welfare è infatti pervenuta una nota inviata dall’Ats Val Padana (Mantova e Cremona) dalla quale, in seguito a ricognizione nelle strutture sanitarie, non risulterebbero prestazioni ambulatoriali e di ricovero da recuperare negli anni 2020, 2021 e 2022.

Milano pigliatutto

I 22 milioni destinati ai privati finiranno invece alle strutture dell’area milanese (18 milioni), un milione e mezzo al territorio dell’Insubria, un milione e 400mila a Brescia, un milione e 250mila euro a Bergamo e 125mila euro in Brianza.

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Quindi, contrariamente al passato, le strutture private mantovane convenzionate in questa tornata resteranno a secco e il loro aiuto non è richiesto per ridurre le attese. Nessuna prestazione da recuperare nel Mantovano dunque, perlomeno stando ai documenti spediti in Regione dall’Ats su dati Asst.

I dubbi

Prima domanda: perché nelle ultime rilevazioni dell’Asst eseguite nei mesi di settembre dell’anno scorso e a febbraio di quest’anno figurano attese lunghissime per alcune prestazioni? Se tutto quanto prenotato dal 2020 al 2022 è stato regolarmente erogato, allora le lunghe attese registrate in queste settimane sono da attribuire a tutto il 2023 e ai primi mesi del 2024? In realtà l’arretrato non è proprio zero.

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L’Asst di Mantova al 31 dicembre 2023 ha ancora 238 ricoveri e 81 prestazioni ambulatoriali in lista di attesa riferiti al periodo Covid. Tutto da recuperare nel corso del 2024, ha programmato la Regione, e di pertinenza degli ospedali pubblici. Non molto, a dire il vero. Ma a questo punto restano gli interrogativi: perché se Mantova non ha arretrati nel periodo Covid i tempi di attesa sono ancora così lunghi? E quanti dei 28 milioni di euro destinati agli ospedali pubblici lombardi finiranno a Mantova?

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