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Slitta la data dell’evacuazione per disinnescare le due bombe a Gorizia

GORIZIA Sembrava una data certa, da cerchiare di rosso sul calendario. Ma le circostanze (il ritrovamento di una seconda bomba inesplosa nell’area della stazione della Transalpina e chissà se ne verranno rinvenute altre in questi giorni) ha fatto sì che domenica 10 marzo difficilmente si procederà con la messa in sicurezza dei residuati bellici. Anzi, è quasi certo ci sarà uno slittamento.

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Il Comune di Nova Gorica e l’assessore Del Sordi

«La data dell’evacuazione dovuta alla disattivazione delle bombe inesplose - fa sapere il Comune di Nova Gorica - sarà resa nota la prossima settimana, quando i membri dell’Unità statale per la protezione dagli ordigni inesplosi della Primorska settentrionale finiranno il loro lavoro».

Circostanza che viene confermata dall’assessore comunale alla Sicurezza e alla Protezione civile Francesco Del Sordi che ipotizza (ma, appunto, è solo una supposizione) uno slittamento alla domenica successiva, il 17, anche se non c’è ancora nulla di definito.

E il motivo è, ben presto, spiegato: siccome, durante il Secondo conflitto mondiale, la stazione della Transalpina venne bombardata in maniera consistente (in Italia si parla di 120 bombe sganciate dagli aerei britannici, in Slovenia di cento, ma fa poca differenza) i controlli stanno continuando e non è affatto escluso, anzi per alcuni è probabile, vengano individuati altri ordigni da rendere inoffensivi. Work in progress, dunque.

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L’ordigno fabbricato negli Stati Uniti

Il sindaco Rodolfo Ziberna va anche oltre: «Ovviamente la messa in sicurezza non sarà domenica 10 marzo ma una data successiva», sottolinea.

Nel frattempo, fiocca qualche particolare in più relativamente al secondo rinvenimento. Si tratta, sempre, di una bomba aerea inesplosa risalente ai tempi della Seconda guerra mondiale. Si trovava ad una distanza di una cinquantina di metri dal residuato riemerso per primo, in direzione della Castagnavizza, sotto un massiccio palo di metallo. Ma c’è un elemento diverso: la produzione non è britannica bensì statunitense e la spoletta meccanica appare in buone condizioni, migliori rispetto alla prima. Il peso è sempre di 250 chilogrammi, come nel caso di qualche giorno fa e del luglio 2023.

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Il capodipartimento e il cantiere

Dopo aver individuato la bomba, i tecnici sloveni l’hanno ricoperta con la terra e l’hanno fissata per metterla in sicurezza. «I lavori nell’area della stazione ferroviaria e del traffico ferroviario - tranquillizza il Comune di Nova Gorica - potranno, così, proseguire senza ostacolo alcuno». Come ha spiegato Aljaž Leban, capo del Dipartimento per la protezione dagli ordigni inesplosi della regione del litorale settentrionale, gli operatori continuano «ad ispezionare il terreno sul lato Sud della stazione ferroviaria di Nova Gorica con l’ausilio di metal detector di profondità e di georadar. Tuttavia, poiché nel terreno sono presenti molti oggetti metallici diversi, il lavoro richiede molto tempo ed è molto impegnativo. Deve, cioè, essere estremamente preciso in modo che i tecnici siano esposti al minor rischio possibile durante gli scavi».

La riunione operativa oltreconfine

Si è svolta in Slovenia anche una riunione operativa dove, oltre a Aljaž Liban, erano presenti Marko Tribušon, vicesindaco del Comune di Nova Gorica, Srečko Šestan, comandante della Protezione civile della Repubblica di Slovenia e Sejad Jušić, comandante della stazione di Polizia di Nova Gorica. Ed è facile immaginare che non sarà l’unica vista la situazione in estrema evoluzione.

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