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L’allenatore con le mani in tasca

Se io fossi il commissario Maigret , un poliziotto parecchio psicologico, lo prenderei come un indizio e forse, empatizzando con il sospettato, proprio come faceva il personaggio uscito dalla penna di Simenon, mi chiuderei per una notte in gattabuia con lui e lo farei confessare. Di cosa stiamo parlando? Delle mani in tasca di Daniele De Rossi  [...].

Che cosa ci vuole comunicare l’allenatore giallorosso? Per il più famoso investigatore del mondo, De Rossi è certamente un timido [...]. De Rossi ostenta una sicurezza, o per meglio dire una spavalderia che in realtà non possiede, e questo lo rende agli occhi del commissario (che poi sono gli stessi miei) una figura speciale, simpatica, addirittura migliore di tante altre che popolano il variegato mondo degli allenatori. [...] Per Maigret non ci sono dubbi, De Rossi è un leader, di quelli con addosso il grandioso potere della sincerità.  [...]

Dunque, prima di salutarlo, facendosi aprire la piccola cella in cui si trovavano, il commissario si gira e gli sorride. De Rossi toglie la mano dalla tasca e stringe quella del suo nuovo amico, diventando, con un semplice gesto, un uomo completamente libero.

(Il Foglio - A. Bonan)

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