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Il dopo Zaia, le categorie economiche avvertono Roma: «No a nomi calati dall’alto»

Il dopo Zaia, le categorie economiche avvertono Roma: «No a nomi calati dall’alto»

foto da Quotidiani locali

La caduta dello Zaiastan e i tumulti che potrebbero derivarne. Non sarà facile sostituire un sistema di governo e amministrazione che dura dal 2010. Ma il Veneto ora deve fare i conti con questa prospettiva, soprattutto alla luce del voto in Commissione affari costituzionali sul limite dei mandati per i governatori. Se l’indirizzo sarà confermato, questo per Luca Zaia sarà l’ultimo anno e mezzo di presidenza.

Toccherà quindi incoronare un altro doge, in una stagione politica in cui un governatore di Regione vale più o meno come tre ministri. Enrico Carraro, presidente di Confindustria Veneto, mette in guardia tutti: «Se Zaia non potrà correre per il terzo mandato la nostra regione diventerà territorio di conquista. Da imprenditore, e da osservatore del territorio, dico che noi veneti siamo abituati alla stabilità politica, e la apprezziamo». È molto più di un endorsement, è un altolà. E i rappresentanti delle categorie economiche della regione sono sulla stessa linea.

Roberto Boschetto, presidente di Confartigianato Imprese Veneto, ha le idee chiare. «Se arriva il segretario nazionale di qualche partito a dirci chi sarà il prossimo presidente, e magari non sappiamo neanche chi è, sarà difficile che lo votiamo» dice. «No a logiche calate dall’alto, sì a dialogo e condivisione. E soprattutto sì a una politica rivolta all’economia».

Boschetto condivide le preoccupazioni di Enrico Carraro. «Non abbiamo più il superbonus, c’è il tema della sicurezza sul lavoro e anche quello degli extracomunitari che servono per le nostre aziende. Il futuro non è un periodo indefinito: il futuro, per noi, è domani, al massimo dopodomani». Ecco perché, è il filo del suo ragionamento, come presidente della Regione serve uno che parli la stessa lingua, che comprenda le problematiche e che si faccia portavoce di queste istanze nei gangli del potere politico nazionale. Tutte cose che, evidentemente, Zaia ha saputo fare in questi anni di governo. «Il Veneto non può essere una terra di conquista, non può essere a livello nazionale che decidono chi deve governarci», evidenzia il presidente di Confartigianato Veneto.

Piccolo test senza alcuna rilevanza statistica: Boschetto sostiene serva una figura che abbia il Dna zaiano, insomma un politico sintonizzato sulle stesse frequenze delle categorie imprenditoriali. Esiste, oggi, qualcuno in Veneto con queste caratteristiche? Boschetto risponde senza esitare: «Roberto Marcato ed Elena Donazzan». E qualcuno di centrosinistra? «Non saprei, perché non ho lavorato con nessuno di loro». Qualcuno gongolerà, altri rosicheranno. In ogni caso Boschetto è lì, disponibile a fornire chiavi interpretative a chiunque sia interessato ad avviare un dialogo proficuo.

Patrizio Bertin, presidente di Confcommercio Veneto, spera nella continuità e crede che questa potrebbe essere garantita anche con volti nuovi. Sa anche benissimo cosa non vorrebbe, in assoluto: «Non vorrei che succedesse che un nuovo assetto in Regione fermasse le realizzazione delle infrastrutture. Non vorrei che per un braccio di ferro tra forze politiche non si riuscisse più a mandare avanti le opere importanti. In definitiva, spero che nessuno ingessi il Veneto. Abbiamo grandi potenzialità e vogliamo continuare a sfruttarle a pieno».

Nel suo bilancio finale Zaia potrà inserire l’avvio del nuovo ospedale di Padova, il completamento della Pedemontana Veneta, il project financing per la Via del mare, le Olimpiadi di Milano Cortina. Questo chiedono le categorie economiche del Veneto: fluidificare, non ingessare.

Mario Pozza, presidente di Unioncamere Veneto, non vuole parlare di politica ma dice di credere nella piena collaborazione con il sistema istituzionale. «L’importante è continuare a collaborare con la rete delle imprese», evidenzia senza esprimere giudizi di merito, avvertendo che manca ancora molto tempo al cambio di governance in Regione. Ma in realtà il tempo stringe e la corsa per accaparrarsi la presidenza di una delle regioni locomotiva d’Italia è già abbondantemente cominciata.

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