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Partono da Trieste le celebrazioni per il centenario dalla nascita di Franco Basaglia: «Promotore di un nuovo umanesimo»

TRIESTE «Ho scelto di essere qui oggi perché è in questa città che tutto è cresciuto e tutto è rimasto. E per essere sicuri che quel che è rimasto continui a crescere è molto importante che la celebrazione del centenario cominci proprio a Trieste nel giorno del suo compleanno». Sarà quindi l'11 marzo, nelle parole della figlia Alberta, psicologa e presidente dell'Archivio Basaglia, la data che darà il via alle celebrazioni nella ricorrenza esatta del centenario della nascita - l'11 marzo 1924 a San Polo, Venezia - di Franco Basaglia, padre della psichiatria moderna e motore di quella rivoluzione "gentile" che ha aperto i manicomi e avviato la legge 180.

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Un anno di eventi

Eventi che animeranno un calendario corposo e variegato lungo tutto il corso dell'anno: una sfida, l'ha definita Giovanna Del Giudice, ex collaboratrice basagliana e presidente della ConF.Basaglia che coordinerà le iniziative del centenario, presentate a Trieste, al Circolo della Stampa, in un tavolo che ha riunito, oltre alla figlia Alberta, anche altre figure che ci hanno lavorato a fianco, come Michele Zanetti e Mario Novello. Insieme a loro anche Giancarlo Carena.

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Una storia attuale

«Avevamo paura che tutti questi eventi potessero in qualche modo imbrigliare la sua opera in schemi fissi, rigidi - spiega Del Giudice -. E che ciò finisse per dire che abbiamo concluso questa storia. Invece questa storia parla per sempre, tanto più in questi momenti bui che attraversiamo nel presente. Perché quella di Basaglia non è stata la proposizione di un nuovo modello terapeutico, ma è stato un modo nuovo di vedere il mondo, un nuovo umanesimo, uno sguardo diverso sulle relazioni tra individuo e istituzioni. Per questo c'è bisogno di ritornare a Basaglia: dobbiamo rileggere i suoi testi, che parlano ancora al presente, al contemporaneo. Soprattutto nelle contraddizioni dell'oggi, dove i muri si alzano e il diritto non è garantito a tutti».

Trieste protagonista

«Una sfida che ci rende orgogliosi - continua Del Giudice - perché la città ancora una volta ha risposto. Credo che questa rivoluzione fatta a Trieste abbia avuto come protagonista anche la città: senza di questa non ce l'avremmo fatta. Quindi dobbiamo ringraziarla, chiedendole ora di continuare a lavorare su queste tematiche. Che non sono di altri, ma di ognuno di noi, per costruire una città solidale, una città che cura e continuare nel percorso segnato da Franco Basaglia».

Giornata inaugurale

La celebrazione del centenario, già annunciata attraverso piccoli eventi, avrà inizio lunedì 11 con una giornata dedicata organizzata da ConF.Basaglia, Archivio Basaglia, Il Saggiatore e il Teatro Miela che la ospiterà. «Abbiamo scelto di presentare assieme alle altre realtà promotrici - sottolinea Alberta Basaglia - la ristampa degli "Scritti" di Franco e Franca Basaglia ma abbiamo anche contemporaneamente stimolato che si rieditassero tutti i libri e tutte le opere che sono state realizzate dai due. Siamo felici di questo: anche noi come Archivio Basaglia riteniamo sia importante continuare a leggere e capire che l'attualità di quelle parole è non da ricordare ma da riutilizzare».

Due iniziative ufficiali

«Sarà un centenario - specifica Alberta Basaglia - con una serie di iniziative che partono da Trieste ma che andranno in giro in tutta Italia. Ricordo solo le due ufficiali: Poste Italiane ha stampato un francobollo per l'occasione e la vicepresidenza della Camera dei Deputati ha organizzato per il 19 marzo un incontro a Montecitorio. Tutto il resto sono iniziative che vedono grandi città e piccole realtà muoversi attorno al fatto che Franco Basaglia rappresenta una storia, e che soprattutto quella storia è una storia comune».

Molto non ci sarebbe stato

Senza di lui molto non ci sarebbe stato: Michele Zanetti, presidente della Provincia dal 1970 al 1977, ricorda il Basaglia "politico" («si giostrava in maniera molto abile»), e di aver assistito alla composizione a Trieste dell'ultimo libro scritto dai Basaglia congiuntamente, i "Crimini di pace". «Un'opera che segna, per certi aspetti, anche una certa triestinità». Nel merito delle celebrazioni, annota: «È un uomo che con il suo pensiero realizzò quello che non è mai riuscito ad altri intellettuali: tracciare una strada e portarla a termine. Lui ha avuto successo e realizzato concretamente quel limite tra cultura e realtà».

Pensiero attuale

Quindi Basaglia è solo un bellissimo ricordo o ha ancora un senso nel mondo d'oggi, specie per chi si occupa di salute mentale? Mario Novello, vicepresidente di CoPerSamm Conferenza Permanente per la Salute Mentale nel Mondo, se lo chiedeva con Franco Rotelli prima che quest'ultimo scomparisse. «Perfino noi che ci lavoravamo assieme - confida - certi contenuti non riuscivamo a comprenderli. Oggi, invece, è come se si riuscisse a leggerli in una chiave diversa rispetto a venti o trent’anni fa: oggi si riesce a riscoprire la profondità e l'attualità del suo pensiero e dell'evoluzione del suo metodo. Perciò è un tesoro che si ripropone non come ricordo del passato o immagine ideologico-affettiva stereotipata ma come un metodo di pensiero per chi lavora oggi sul campo». Negli scritti, nel pensiero di Basaglia «ci sono le chiavi per capire e leggere il mondo di oggi».

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